XXI secolo?

POTENZA MONDIALE


L'italia è una potenza economica.....
ma al suo interno ha un piccolo problema l'aumento della povertà; ormai 8% delle famiglie, dice l'ISTAT su una relazione per il 2005, è sotto la soglia di povertà. Al sud il primato, Campania e Sicilia in testa con cifre che non scendono sotto il 27%, ma ormai anche in regioni ricche (o ritenute tali) come la Toscana non si scherza siamo al 4 e passa % non si ride e già qui ci sarebbe da ridire ma quello che dovrebbe farci aprire gli occhi è la c.d. quasi povertà pari a una proporzione di 1 su 10 delle famiglie: però non male siamo si una potenza mondiale ma come produzione dei poveri, un'industria che non conosce crisi o meglio un settore in crescita costante di cui andare fieri e che potremmo aprire all'esportazione verso altri paesi
. Fatta la dovuta tara degli evasori, parziali o totali, che figurano poveri ma in realtà ci marciano, il problema è non produciamo più ricchezza sociale, non redistribuiamo le risorse, non investiamo i capitali, devo continuare? credo di no...ci basta sapere che la tal squadra o il tal reality o cos'altro funzionano per dimenticare la realtà (e poi venitemi a dire che non siamo in una Matrix.... e che non penso positivo) o gongolare per la tal velina che se la fa con il tal calciatore.Il sistema non è in crisi è fallito una volta caduto il muro di berlino e quindi non era più necessario che fosse piacevole vivere in occidente ci ha fatto atterrare bruscamente mostrando il suo vero volto, e non sono io a dirlo, ma fior di tecnici e intellettuali che in più occasioni aggiungono che è necessario ritornare a utilizzare le risorse per dare un futuro ai ns figli, non facendogli dimenticare la ns storia ma dotandoli di mezzi per crescere adeguatamente loro e di conseguenza il paese; bisogna cominciare a pensare come uscirne non già perchè (prima o poi cominceranno moti di indignazione e ribellione o di semplice inkazzatura, ma anche perchè in essi - fomentati o meno - vi si potranno inserire poteri occulti o meno che tutto hanno a cuore tranne i principi della costituzione, o meno smaccatamente farlo desiderare alla gente e più deleterio di così di mutare indirizzo...) dobbiamo diventare altruisti e improvvisamente dare la decima e spogliarci delle ricchezze (poche o tante che siano e questo lo raccontava Gesù nelle sue parabole, voglio sperare che anche lui non sia considerato un protocomunista) - non è nel nostro dna - ma almeno per non scivolare nel girone infernale del III° terzo mondo con tutto quello che ciò consegue almeno imparare che se tutti rinunciamo a qualcosa tutti ne guadagnanmo in termini di senso e qualità della vita. Non credo che sia dovuto solo all'ignavia dei poveri se lo sono e rimangono tali, perchè oggi più che mai siamo in una società classista (rigida verso l'alto e flessibile in senso contrario) dove è politicamente scorretto invidiare il ricco, ma si nasconde il povero (non è trendy): io invece dico che un pizzico di sana invidia consente agli uomini di migliorarsi e sperare in un qualcosa di meglio e diverso rispetto alla attuale situazione e al diavolo il riccastro con la "fabbrichetta e la casina in canadà e la mega villa alle bermudas".Non ci credo a che ciò non sia voluto in quanto è vero che il capitalismo è un mostro che divora se stesso per mantenere gli stessi profitti e, anzi, aumentarli, ricorrendo a crisi cicliche che fanno morti e feriti (a parte marx, ormai desueto, anche altri maestri dell'economia liberale oggi venerati ed idolatrati lo affermavano, i nomi? comprate, leggete e riflettete) per mantenere il sistema in continua crescita (attenzione crescere non significa vivere meglio ma, come insegnano i testi dell'economia politica e della scienza politica, semplicemente c'è qualcuno guadagna e qualcun'altro perde in proporzione inversa perchè la coperta a disposizione è quella e tale rimane, in una folle corsa verso il nulla... come una parabola che recita del sogno di uno straricco e di  milioni di poveri che pendono dalla sua compassionevole elemosina e/o beneficenza: ma il trucco è non far morire di fame tutti, ma solo una parte il resto li si tiene alle soglie del baratro come massa di manovra da utlizzare.Piccolo vocabolario:Ottimizzare: parola gergale che intende far fare a 10 quello che prima facevano 15;Efficienza: parola gergale che significa fare tutto più velocemente che non significa meglio la qualità prima o poi arriva;Flessibilità: precariato strisciante;Profitto: quanto guadagna chi investe in una iniziativa possibilmente con i soldi altrui, non presi direttamente ma magari attraverso banche ed operatori finanziari;Mercato: in origine in teoria era il luogo dove s'incontravano domanda ed offerta di una merce, in pratica lotta per l'emersione di pochi vincitori che, in mancanza di uno stato regolatore ferreo, ne decidono le sorti e impongono le "loro" regole;Costo del lavoro: quanto della opera di un prestatore viene caricato sul prezzo produzione della merce, oggi concetto desueto giacchè è il primo dei costi che viene considerato da ottimizzare per migliorare l'efficienza, aumentare il profitto, essere competitivo sul mercato ...... si dimentica una cosa che dietro ad esso c'è un'essere umano che ha il diritto di vivere dignitosamente la propria vita......