XXI secolo?

Medio oriente: nuova passo della strategia del fallimento


Dopo che la Rice ha fatto il giro fra palestinesi e israeliani la sensazione che si ha è
che nulla cambierà in M.O., gli israeliani continueranno a pretendere (e non senza ragione) il riconoscimento da parte del Governo di solidarietà (nato dall'accordo della Mecca fra Hamas e ANP) del diritto all'esistenza cosa che dall'altra parte radicalizzerà ancora di più le posizioni dei palestinesi allontanando definitivamente le possibilità che si raggiunga in un prossimo futuro la possibilità di una terra due stati. E la mia impressione è che gli USA non stiano facendo abbastanza per realizzarlo. Così come nelle altre aree di crisi gli americani stanno dimostrando i loro limiti nella sola muscolarità come risposta alla sfida posta dagli islamici (sia in Afganistan che in Irak), cosa che non porterà a niente di nuovo se non temo una sconfitta sempre più possibile e una scia di sangue da genocidio (di cui hanno buona parte di responsabilità) che scava sempre maggiori solchi fra gli occidentali e questo mondo: una guerra futura bell'è pronta con cui impaurire le popolazioni interne e contemporaneamente nessuna possibilità di accordo. Siamo lontani dalla fine della storia di Fukuyama, ma siamo ancora più lontani dall'uscita dal tunnel se non si prenderà atto che la via scelta non è la migliore nè la più proficua per far nascere nel mondo arabo una componente moderata che isoli le frange estremiste, anzi la mia impressione è che si sia cercata proprio la valorizzazione di queste frange in un'ottica di scontro (che ha radici neo-coloniali ed economiche) visto che in questo modo si poteva mantenere lo status quo attuale in confronto ad un'altra via dove invece trattare da pari a pari con stati moderati (che di certo non sono quelli attuali che definiamo nostri amici). Inoltre si è aumentato il potere di Stati come l'Iran e la Siria che hanno perso il loro naturale contraltare, l'Irak, e quindi sono cresciuti come potenze regionali al di là forse delle migliori aspettative dei loro stessi governanti. Orgoglio e pregiudizio continuano a mietere vittime e a fare danni per le future generazioni dove invece servirebbe la ricerca di un comune sentire pur nelle diversità.