XXI secolo?

Quale futuro?


Si è svolta a Firenze una Conferenza sul petrolio e le altre fonti non rinnovabili per
quanto riguarda le loro prospettive future in rapporto al "picco" del petrolio (per chi  non lo sapesse è il punto massimo della curva di sfruttamento della massima risorsa fossile del pianeta dopo la quale le riserve naturali diminuiscono fino a sparire a parità di richiesta energetica) che a detta di alcuni è passato da pochi anni e di altri che la fase discendente inizia quest'anno. Bè le conseguenze in ogni caso sono colossali. L'intero sistema andrebbe in crisi nel giro di 10 anni e le economie che non si riconvertono a idrogeno o al nucleare sono destinate al rapido declino fino alla barbarie. Non sono parole mie ma sono state dette a questo Convegno, cos' come sono anni che economisti e studiosi di trend economico-sociali (come Rifkin) segnalano la necessità di non arrivarci all'ultimo minuto (in senso storico naturalmente non letterale). Il nostro paese, come al solito, ci arriva malissimo: quasi nulli investimenti in energie alternative; nessuna politica energetica (se non quella di accordi con i fornitori esteri come la Russia che fanno il bello e il cattivo tempo sul mercato); ambientalismi di maniera (è vero che c'è un paesaggio da salvaguardare e l'ambiente ma una centrale eolica in mezzo al mare che danno ambientale fa? Forse deturpa un pò il paesaggio ma, il ritorno economico è enorme. Ormai se gli studi sembrano convergere che in questo decennio si è raggiunto e superato il succitato picco i tempi sono evidentemente ristretti e bisogna ora, non domani, ripensare il modello di sviluppo che non può crescere all'infinito e prima che crolli è meglio farlo rallentare fino ad sostenibilissimo tasso di accrescimento dove non si guarda al profitto ma al benessere sociale, e dove i valori non sono l'accaparramento delle poche risorse esistenti ma la condivisione: è questo l'unico modo per evitare in pochi anni il ritorno a circa 10 mila anni.