XXI secolo?

Le iene e la Biagi


Le iene, se non ci fossero bisognerebbe inventarle, già in passato si sono distinte per
aver messo il dito nelle piaghe della società italiana particolarmente quella pubblica (chi ricorda lo scoop della coca in Parlamento?). Ieri a parte le polemiche con il Garante hanno fatto un servizio sul nuovo caporalato (parole loro) legalizzato. Grazie alla Legge "Biagi" e a forme contrattuali come il contratto di somministrazione (forma che prevede che il lavoratore firmi con un'agenzia di lavoro un contratto e "giorno per giorno" viene mandato a lavorare, infatti qualcuno ha mostrato un mazzo di fogli di circa 200 e rotti contratti giornalieri) per il quale lo sventurato - senza ferie, malattie, o riposi - va a lavorare presso le aziende che ne richiedono i servigi (in particolare, nonostante non sia previsto dalla legge, c'è anche il fenomeno della firma del contratto via fax) anche a notevole distanza da casa. Nel servizio risultava chiaro che dal lato delle aziende c'era una convenienza oggettiva (questi lavoratori sostituiscono i "fissi" in ferie, malattia e riposo) con un basso costo e senza rischi. Dal lato dello Stato (rappresentato dalla Direzione Provinciale del Lavoro) era tutto legale, (salvo poi a telecamere spente si affermava che "la Biagi ha rovinato l'Italia", cosa peraltro detta anche dall' A. D. della ditta che ha parlato di legge ingiusta ma di legge) e quindi la presa d'atto dell'esistenza di lavoratori di serie "Z" o com'erano nel 1800 agli albori dell'industrialismo. Questo si chiama LIBERISMO ed ancora ci sono giuslavoristi che hanno il coraggio di affermare che siamo ancora lontani da un mercato del lavoro "ideale" (ossia americano). Nell'assenza totale di una sinistra (domanda ma esiste una sinistra o non si può parlare di una destra democratica?) seria che difenda i lavoratori, fissi e non, e di un sindacato più preoccupato di mantenere il proprio potere che di difendere le fasce deboli o meglio di guardare altrove quando necessario. L'Italia ha preso ormai una china che porta sempre più verso la cosiddetta ownership society dove: se lavori tu mangi; se non lavori fai la fame.