XXI secolo?

Microsoft acquista Yahoo: addio alla concorrenza?


Se dovesse davvero andare in porto l'acquisto di Yahoo da parte di Microsoft il
principio della concorrenza riceverebbe un bel colpo dato che verrebe a mancare un'alternativo ai due giganti Microsoft e Google. A livello economico, nonostante il prezzo dell'acquisizione, si avrebbe (come affermano i tecnici del mestiere) una bella semplificazione del mercato ma anche un'impoverimento dovuto, appunto, alla mancanza di stimoli dovuti alla diminuita concorrenza sul mercato dei portali e dei servizi e contenuti. Ancora una volta lo "schiacciasassi" Gates con una mossa ha colpito ed ha messo a segno un colpo da maestro sul mercato. Da anni Yahoo non era la massimo delle possibilità ma comunque teneva il mercato aperto e la concorrenza in vita ora è tutto nelle mani di due oligopolisti che se trovassero un trust potrebbero chiuderlo definitivamente ai nuovi operatori e un'altro pizzico di libertà delle rete se ne andrebbe via per sempre (stante le attuali condizioni). L'intento è chiaro: eliminare un rivale economico e assumerne le attività; la svolta è precisa: chiudere il mercato e ridare aria alle stanze della Casa di Seattle in modo da controllare un mercato vastissimo e che investe moltissimi paesi; le conseguenze sono chiarissime: a parte il software libero (una piccola barca rispetto alle corazzate transnazionali) tutto il resto è ormai sotto dominio proprietario e la rete (intesa come spazio aperto dove ci possono stare tutti) e sempre più chiusa e delimitata. Eancora una volta si dimostra l'assunto che si il mercato libero è bello (per chi ha montagne di soldi da spendere e investire) ma senza limiti e regole si mostra per quello che è: un'oceano da conquistare e presidiare per impedire che i singoli (e i piccoli) surfer possano esserci e operare perchè ne minerebbero le fondamenta del profitto e soprattutto estendendo la conoscenza impedirebbero la "velatura" che invece società come Microsoft vogliono dato che il loro unico interesse non è la conoscenza ma il consumo.