XXI secolo?

Accordo sul Welfare: spaccatura nella CGIL


La Fiom ha detto no all'accordo fra le tre Confederazioni e il Governo sul Welfare mettendo a detta di molti nei guai la maggioranza "amica", trovando naturalmente la sponda nel PRC. C'era da aspettarselo dato che da sempre la Fiom ha posizioni meno "riformiste" dei vertici sindacali ma ora lo scontro sembra aperto e le conseguenze potrebbero essere davvero gravi non solo per l'accordo stesso sia per il Governo che vedrebbe in difficoltà uno dei suoi maggiori sponsor sia il fronte sindacale che deve fare ingoiare ai lavoratori (il referendum, si spera, potrebbe rivelare delle sorprese) quest'accordo facendo pesare sulla parte sana del paese i costi che altri ceti rifiutano di pagare e dulcis in fundo non è proprio da ritenere follia una secessione della FIOM dalla CGIL: anzi in molti settori ciò potrebbe anche giovare e dare una spinta ad un sindacato ormai troppo appiattito sul riformismo liberista. Anche se a volte è necessario "turarsi il naso" quello che mi chiedo è: le OO.SS. dopo un tira e molla hanno firmato un qualcosa che chiamano "accordo" ma gli altri ceti (soprattutto quelli dove l'evasione è alta) cosa faranno nel frattempo? E quale sarà il prezzo pagato da Confindustria? E i giovani che dovranno rimanere praticamente (con il sostegno morale del sindacalista psicologo consigliere.........) a vita precari? Come al solito dipende da come si guarda la cosa: se si pensa al profitto allora quest'accordo va benissimo se si guarda al futuro delle generazioni e ai pensionati allora quest'accordo è da buttare nel cestino. Questo Governo si comincia a capire, finalmente, che non è un governo di sinistra ma un governo centrista che non ha molto di differente rispetto a quelli che lo hanno preceduto?