XXI secolo?

Una prima analisi del voto: partiamo dai defunti, la sinistra(?)


E' facile fare una disamina del perchè la cosiddetta sinistra(?), salottiera e radical chic, sia sparita dal Parlamento; dalla svolta della Bolognina in Italia c'era la grande occasione di creare una forza socialdemocratica che si ponesse alla sinistra dell'allora PDS (già instradato dalla gerarchia sulla via del liberismo americano) e aveva la possibilità storica non solo di creare le premesse di quel "pensare socialdemocratico" di cui già allora si sentiva l'esigenza, ma anche di mettere le basi di un movimento meno attento ai tatticismi di palazzo e agli accordi di vertice e più alle esigenze dei cittadini; se si fosse seguita quella strada, oggi non sarebbe sparita del tutto. Invece  sono state  le scelte e soprattutto non si è saputo evitare il male storico della sinistra italiana: il divisionismo cronico. Già, è proprio questo il punto: fin dalla nascita del Partito socialista nel '800 essa ha sempre sofferto di divisionismo acuto, ossia è afflitta da scissionismo acuto. Ognuno ha sempre coltivato il proprio orticello a scapito dell'interesse generale della parte sociale rappresentata. E' cosi via nel corso dei decenni fino ai giorni nostri e la "tara" non solo si è acuita ma ne ha distrutto l'ultima parvenza. Il "che fare" ora è d'obbligo. I residuati bellici che ora sono fuori del Parlamento (ma non fuori delle amministrazioni locali dove sono determinanti ancora, un'esempio lo abbiamo sotto gli occhi anche a questa tornata amministrativa) non hanno la capacità di costruire qualcosa di nuovo e diverso presi come sono dal protagonismo e dal proprio particulare: sono figli del personalismo politico e non hanno realmente l'ideologia a cui si richiamano e sono più attenti alla bella statuina che ai problemi delle persone: e la gente, anche la loro, li ha puniti duramente. Non vedendo all'orizzonte personalità tali da riuscire a costruire qualcosa di realmente intelliggibile per i cittadini non vedo nemmeno un grande futuro per questa parte "storica" che ormai può essere consegnata al "giudizio roditore" dei topi e di qualche storico che voglia baloccarsi con queste cose: se invece si volesse intraprendere un cammino di riaffermazione allora le premesse devono essere esattamente opposte a quelle finora seguite, o meglio meno salotti e aule sorde e grigie e più società viva e militanza. La ricetta è semplice, ma soprattutto ci vuole una nuova idea, forza che scaldi i cuori dei giovani e dei meno abbienti. IL TUTTO PRIMA CHE RISCRIVANO LA STORIA COME PARE IL PROSSIMO GOVERNO PENSI DI FARE, QUINDI PRIMA CHE NE VENGA CANCELLATO ANCHE IL RICORDO E SI PASSI AL "C'ERA UNA VOLTA"...............................