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Brexit, tutti pronti per la catastrofe. Ma non fate appelli al ‘buon senso’ degli inglesi

Post n°3759 pubblicato il 13 Giugno 2016 da ninograg1
 

di | 12 giugno 2016  dal Fatto Quotidiano

Chi ha paura della Brexit? Viene spontaneo rispondere: gli stessi che hanno paura di Virginia Woolf – la celeberrima rappresentazione teatrale riguardo alla fine del matrimonio di una coppia di mezza età – e cioè chi, semplicemente, temendo il cambiamento per motivi di conformità, sarebbe disposto a rimanere dentro un matrimonio che non funziona. Certamente non gli inglesi che, nonostante i decenni di europeismo, mantengono la loro storica flemma anche di fronte ai crolli in borsa legati alle aspettative del divorzio da Bruxelles.

La notizia bomba, lanciata dall’Independent alla fine di questa settimana, secondo cui il fronte della Brexit è a 10 punti di vantaggio rispetto a quello europeista, ha fatto affondare le borse europee. E fin qui non c’è nulla da dire, tutti sanno che l’uscita della seconda economia dell’Unione Europea – poiché ormai il Regno Unito de facto ha superato la Francia di Hollande – avrà ripercussioni disastrose sugli equilibri finanziari dell’Ue. Ma un’attenta analisi degli indici di borsa ci dice che la piazza affari che è scesa meno delle altre è proprio quella di Londra. Ed ecco i dati: Londra, – 1,7 per cento; Madrid – 2,6 per cento, Francoforte – 2,3 per cento; Parigi – 2 per cento; e come al solito il crollo massimo si è registrato a Milano – 3,6 per cento.

I blog finanziari londinesi, quelli riservati ai pochi eletti, come pure le riunioni a porte chiuse dei big della finanza britannica, anche loro sempre a porte chiuse, sono da mesi concentrati sugli effetti della Brexit, e tutti concordano che la catastrofe finanziaria, seguita a ruota da quella economica, sarà maggiore nel “continente” che nelle isole britanniche. E questo spiega il coro internazionale di voci “che contano” che si è levato a favore della permanenza nell’Unione. Mai nella storia contemporanea ci eravamo trovati di fronte ad una gamma così vasta di opinioni identiche: il Regno Unito deve rimanere nell’Unione a tutti i costi, anche contro la volontà dei propri cittadini, per il bene del mondo intero, dell’economia mondiale ecc. ecc.

Certo, nella City, pochi auspicano l’avvento di uno scenario apocalittico à la Brexit; i mercati e chi li governa vogliono la stabilità, ma pochi ormai considerano quella attuale una situazione stabile, un sentimento, questo, che è condiviso dalla maggior parte della popolazione britannica. L’opinione dominante è infatti che nei prossimi anni l’Unione si spaccherà, imploderà, perché è ormai un’istituzione anacronistica. Quindi, istintivamente il popolo inglese vuole uscirne. Non è poi detto che la Brexit si riveli una catastrofe. Potrebbe invece mettere in moto un meccanismo di revisione dell’Ue, benefico nel lungo periodo, e salvare l’Europa ed il mondo dall’implosione ‘naturale’ di questa istituzione nei prossimi anni. Ma agli inglesi tutto ciò importa poco, il popolo di sua maestà è solo concentrato sul futuro del proprio paese.

E’ possibile, anzi è probabile, che il 23 giugno la maggioranza degli inglesi voterà con il cuore, ascoltando il proprio istinto, invece che usando la testa. Matteo Renzi, che parla l’inglese come Alberto Sordi nel celeberrimo film Un Americano a Roma, pensa il contrario: “Alla fine prevarrà il buon senso”. Una frase che conferma la sua scarsa conoscenza del popolo britannico. Il buon senso britannico, infatti, non ha nulla a che vedere con quello europeo ed in particolare con quello italiano. Lo spirito indipendentista, isolazionista e nazionalista britannico non ha nulla di razionale, e certamente non può essere definito un esempio di buon senso, al contrario il concetto di “non mi piego finché non mi spezzo”, sul quale Churchill costruì tutta la sua retorica bellica, rasenta l’assurdo.

L’interazione con l’Unione Europea non ha tanto fiaccato questo spirito, anche se nei giovani è meno forte. Ed infatti le proiezioni mostrano che man mano che sale l’età, aumenta l’appoggio alla Brexit. Il divario generazionale ha ben poco a che vedere con la campagna elettorale a favore o contro la Brexit, anche perché è condotta male, con grande dispiego di bugie propagandistiche e dati inventati. Alla radice delle due visioni c’è un’opinione costruita negli ultimi decenni, non in base alle parole dei politici o alle previsioni di mercato, ma dei fatti. E questi ultimi non sono a favore di un’Unione forte e duratura. Sulla base di queste caratteristiche sui generis della popolazione britannica, pochi vorranno restare in Europa, perché temono la catastrofe.

Ciò che gli europei non comprendono è che questo tipo di slogan ha l’effetto opposto. Se infatti fosse vero che l’uscita danneggerebbe l’Ue ed il Regno Unito, allora per molti inglesi l’Unione è stata un errore, perché le condizioni secondo le quali la nazione vi è entrata erano ben diverse, e cioè movimento libero di merci e persone e nulla più, e vorrebbe dire che non sono state rispettate. Il consiglio, di chi vive da più di quaranta anni nel Regno Unito, ai vari politici e burocrati internazionali è il seguente: non vi preoccupate del Regno Unito, il popolo di sua maestà sa badare a se stesso, piuttosto preoccupatevi dei vostri cittadini e della catastrofe che si potrebbe abbattere sulle vostre finanze. Fossi in Renzi, invece di fare comizi anti Brexit, lavorerei alacremente al piano B di salvataggio delle banche italiane, non dimentichiamoci che la Banca d’Inghilterra è uno degli azionisti di maggioranza della Bce.

di | 12 giugno 2016

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

... al di là di quale sarà il risultato del referendum ritengo che l'analisi, che qui vi propongo per intero, della Dr.ssa Loretta Napoleoni sia oltremodo indovinata dato che, oltre alla personale esperienza inglese della Napoleoni, è basata 'sui fatti' ossia: se la UE crolla gli inglesi, e chiunque abbia buon senso, non corrono a mantenerla in piedi con gli spilli ma ritenendolo un 'errore' se ne vanno; così semplicemente ...... se io firmo un contratto dove sono previste alcune condizioni ma la mia contrparte fa il furbo e vi introduce surrettiziamente altro (...) io posso o no ritenere che questo negozio giuridico sia nullo o no? O devo abbozzare per la paura di perdere i soldi investiti nel contratto? La risposta sarebbe ovvia se fossimo in un aula di tribunale, meno quando si ha a che fare con enormi e potenti insieme finanziario-burocratici e con la paura irrazionale....

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Commenti al Post:
jigendaisuke
jigendaisuke il 13/06/16 alle 23:32 via WEB
Ma la UE (quindi anche noi) quanto ha speso per mantenere la decotta industria inglese? E tutti i lavoratori europei, quante probabilità hanno di mantenere il posto, in caso di brexit?
 
 
ninograg1
ninograg1 il 14/06/16 alle 12:05 via WEB
'Ma la ue, dici, cioè noi'... correzione: VOI vorrai dire xchè io non mi ci riconosco. Gli inglesi non sono come noi, ragionano diversamente. Ti posso ricordare ció che Churchill disse ai nazisti? Combatteremo sempre, sulle spiagge, nelle città e se non bastasse combatteremo dalla Scozia e se anche lì non bastasse combatteremo anche dal canada! Chiaro o no? Stamattina Massimo Rocca diceva una cosa giusta: le minacce che si stanno facendo non serviranno a nulla perché le cose don due o la ue cadrà nella ennesima crisi e morirà definitivamente o non accadrà nulla e allora verrà fuori che è tutto un bluff in entrambi i casi gli inglesi,e tutti allora possono uscire dalla zona euro, avranno dimostrato che avevano ragione a fare ciò che stanno facendo!
 
LunaRossa550
LunaRossa550 il 14/06/16 alle 01:33 via WEB
Non c'hanno mai creduto veramente nell'Europa, tanto che hanno mantenuto la loro moneta... se ne andranno!
 
 
ninograg1
ninograg1 il 14/06/16 alle 12:17 via WEB
In questa ue sono in pochi a crederci. Danimarca, Svezia, Norvegia hanno fatto la stessa cosa è a differenza nostra stanno decisamente meglio!
 
giampi1966
giampi1966 il 14/06/16 alle 07:57 via WEB
Questo tipo di europa mi fa veramente schifo quindi.... Buona giornata carissimo
 
 
ninograg1
ninograg1 il 14/06/16 alle 12:18 via WEB
Concordo
 
elyrav
elyrav il 14/06/16 alle 08:38 via WEB
Appunto ... se è un errore si torna indietro non si continua imperterriti a fare gli schiavi della Germania.
 
 
ninograg1
ninograg1 il 14/06/16 alle 12:19 via WEB
Indietro significa chiudere bottega, a me sta benissimo... e a te?
 
   
elyrav
elyrav il 15/06/16 alle 08:40 via WEB
Ci hanno fregato "all'andata" ci fregheranno al ritorno ... ci fregano sempre e comunque.
 
     
ninograg1
ninograg1 il 15/06/16 alle 10:10 via WEB
Certo avevo dei dubbi in merito?
 
woodenship
woodenship il 14/06/16 alle 20:11 via WEB
Per parte mia non la vedo bene la cosa.Al di là di chi ci guadagna o meno,comunque la frammentazione non è mai positiva.Ed un ritorno ad un'Europa anteguerra penso che sarebbe una vera sciagura:ripartire tra accordicchi da stato a stato,non farebbe altro che generare caos,rivangare vecchi odi e diffidense mai sopite.Certo,questa Unione è tutto fuorchè ciò che si era sperato che potesse divenire.Ma l'aria che tira non è delle migliori:nel breve periodo l'uscita della Gran bRETAGNA NON FARà MOLTO RUMORE,LE BORse la stanno già scontando.Ma sul medio periodo prevedo grandissima instabilità e ritorno a quelle frontiere asfissianti che possono soltanto strangolare l'umanità dei popoli europei.Oramai il mondo è dominato da giganti del calibro della Cina,dell'India e dalle multinazionali con fondipensione annessi.Il ritorno agli staterelli potrà solo fare il gioco dei paradisi fiscali,come aspira a diventate la Gran Bretagna..........Un caro saluto...............W..........
 
 
ninograg1
ninograg1 il 14/06/16 alle 20:46 via WEB
il tuo è un commento articolato che merita una risposta altrettanto articolata... è vero: se fosse una vera unione e non un coacervo d'interessi economici avresti ragione e io sarei il primo suo sostenitore ma, e lo sai, non è così e il sogno dei sognatori, in primis Spinelli, è stato infranto e la dura realtà ci viene gettata in faccia ogni singolo giorno: no meglio uno stop e la dissoluzione della zona euro, non della ue che rimane almeno sulla carta, e poi si vedrà... se saranno frontiere o l'inizio di un percorso vero lo potremo sapere dopo e mai prima..
 
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