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Sempre meno lavoratori e sempre più profitto. È il progresso, bellezza!

Post n°4546 pubblicato il 13 Febbraio 2020 da ninograg1
 

Fonte: Il Fatto Quotidiano


Nella triste prevedibilità delle cose c’è anche questa: per i prossimi mesi sentirete in sottofondo, laggiù, nascosta nel rumore di fondo, la noiosa tiritera della vertenza Unicredit. Cronache sindacali, penultime notizie nei telegiornali, trafiletti stanchi nelle pagine dell’economia, incontri interlocutori al ministero, eccetera eccetera. Numeri da qui al 2023: 6.000 lavoratori da licenziare (o prepensionare, o agevolare all’uscita, o tutti i pietosi eufemismi che si usano in questi casi) e profitti che salgono (5 miliardi l’obiettivo) per la gioia degli azionisti.

Quindi lo dico qui, prima che la questione diventi logoro tran-tran quotidiano e noiosa ripetizione: 6.000 persone che perdono il lavoro non sono solo una voce di bilancio, ma famiglie che vanno in crisi, ragazzi che vedono l’orizzonte incresparsi, programmi futuri che vanno a rotoli, ansia, insomma migliaia di vite che cambiano in peggio, ceto medio che scivola verso la povertà e la paura del futuro. Detta semplice e brutale, è uno scambio di ricchezza tra lavoratori e azionisti, milioni e milioni di euro che si spostano dal lavoro al profitto, dai salari di molti alla rendita di pochi.

Il piano Team 23 viene annunciato quando appena si è messo via lo champagne per la “felice” conclusione del piano Transform 19, che ha fatto la stessa cosa nel triennio precedente: via qualche migliaio di lavoratori e su i profitti. Non si tratta quindi dell’azienda in crisi, dell’imprenditore che piange e che non ce la fa, che è costretto a licenziare con la morte nel cuore, che “salva” i dipendenti rimasti (narrazione tradizionale di stile marchionniano, da tutti accettata mentre gli Agnelli stappano). Bensì di una semplice partita di giro: soldi contanti che passano dalle tasche dei lavoratori a quelle dei proprietari, azionisti, supermanager, fondi sovrani che già guadagnano molto e vogliono guadagnare di più. Segue lo spiegone tecnico-pratico: i clienti non vanno più allo sportello, pagano col telefono e le app, che è un po’ come dire: mi spiace gente, ma siccome abbiamo inventato il telaio a vapore, nelle filande c’è un sacco di gente che non ci serve più, cioè non è la prima volta che il profitto si fa scudo della tecnologia per far pagare il conto ai lavoratori.

Non si tratta naturalmente “solo” di una banca (il tratto è comune a tutto il sistema bancario italiano: meno posti di lavoro e più utili, e più bonus ai manager), ma di capire come sarà il disegno del futuro. Le imprese attive e sane che licenziano non sono una novità, ma anzi una tendenza in atto da anni. In più, si tratta di un evidente, quasi plastico, allargamento di quella famosa forbice delle diseguaglianze che tutti dicono di voler combattere e fronteggiare: chiamatelo come volete, il piano, ma alla fine chi ha di più avrà ancora di più e chi ha meno avrà ancora di meno.

Ora, prima che tutto divenga trattativa difensiva, tira e molla e stanca cronaca sindacale, resta il disegno generale: una progressiva proletarizzazione del ceto medio, un mercato che detta le regole della selezione e della qualità della vita della gente: certi saperi non servono più, c’è l’algoritmo, c’è la app, però serve gente che consegna i pacchi, possibilmente pagata a cottimo e con turni e carichi di lavoro, quelli sì, da filanda ottocentesca.

In questo caso la narrazione corrente è: il mondo cambia, che ci possiamo fare. Ma in questa enfasi sul cambiamento non si inserisce però il profitto, che non deve cambiare mai, che è l’unica variabile indipendente riconosciuta, benedetta e intoccabile. Accettando questo impianto culturale, peraltro dominante da decenni, tra un po’ avremo veramente bisogno di un Dickens a raccontare come una volta qui era tutta piccola borghesia, sicurezza e futuro tranquillo, e adesso… Dickens ai tempi dell’iPhone.

 

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Commenti al Post:
jigendaisuke
jigendaisuke il 13/02/20 alle 20:16 via WEB
Noi scarichiamo le app, noi siamo i principali responsabili di questo sistema. (vogliamo la bolletta digitale e la paghiamo direttamente dal conto, poi ci lamentiamo se gli uffici postali, che quindi avrebbero meno lavoro, chiudono)
 
 
ninograg1
ninograg1 il 16/02/20 alle 19:41 via WEB
jigendaisuke il 13/02/20 alle 20:16 via WEB è vero ma chi cominciò a proporre furono proprio banhce, uffici postali, ecc.... per gli stessi motivi per cui oggi i posti vengono tagliati, ossia risparmiare e scaricafe sugli utenti le responsabilità della tenuta, protezione e gestione dei conti
 
shadow_15124hfukrl
shadow_15124hfukrl il 13/02/20 alle 20:35 via WEB
E dove sta la novità Nino, già da tempo l'incremento della tecnologia comporta quello di mandare a casa i lavoratori ritenuti in surplus, una volta le banche senza i computer avevano decine di dipendenti e andavano avanti adesso con i computer falliscono e i cittadini devono sovvenzionarle. Mattarella si lamenta che gli Italiani fanno pochi figli, perchè non pensa a creare posti di lavoro!! non c'è lavoro per i nostri figli figurarsi per quelli futuri!! Ma perchè faccio sangue marcio a sentire certi discorsi !!!
 
 
ninograg1
ninograg1 il 16/02/20 alle 19:45 via WEB
shadow_15124hfukrl il 13/02/20 alle 20:35 via WEB verament le banche non falliscono.. al massimo vanno in gestione controllata o si fanno assorbire da altre. Al massimo a perderci sono i clienti e i lavoratori,ma questa è un altra storia..
 
woodenship
woodenship il 14/02/20 alle 02:38 via WEB
Bravo Robecchi, l'unica cosa che mi sento di aggiungere è che sono gli stessi dipendenti della banca che hanno le app per i conti on line. E si autoaffondano: da un lato risparmiano sul conto corrente, dall'altro la loro banca li prepensiona. Però ad essi va di lusso: hanno i fondi di solidarietà finanziati in parte dai loro stipendi ed in parte dalle banche, naturalmente a spese dei correntisti che non hanno la app e seguitano ed essere tosati, perchè trogloditi, dalle banche con costi sempre più alti per i loro conti...
 
 
ninograg1
ninograg1 il 16/02/20 alle 19:48 via WEB
woodenship il 14/02/20 alle 02:38 via WEB mrntreinvece quelli che usano le app e non prendono particolari accorgimenti a essere tosati ci pensano i cracker e i lameroni che ne intercettano le trasmissioni e i dati..... al mit, sai cosa è spero, hanno dimostrato che con un fascio di lice concentrata ben indirizzato sulla fotocamera di un comune smartphone possono aprire app o aprire le auto ecc... credimi meglio essere trogloditi
 
elyrav
elyrav il 14/02/20 alle 08:13 via WEB
Ci penso spesso a questi cambiamenti e questo "progresso". Parlavo sta mattina in area cani con il fratello di una amica, giovane, precaria da sempre. Si dovrebbe pensarci seriamente. Il lavoro è un diritto. Serena giornata
 
 
ninograg1
ninograg1 il 16/02/20 alle 19:53 via WEB
elyrav il 14/02/20 alle 08:13 via WEB non si definisce progresso, ma tecnologia e digitalizzazione dell'economia.... però ti assicuro che non si chiama progresso: esso è altra cosa ben più nobile
 
twister007
twister007 il 14/02/20 alle 18:21 via WEB
Una volta si decantava la tecnologia che se faceva perdere il lavoro da una parte se ne acquisivano altri proprio per la tecnologia, tutta una presa per i fondelli la verità è che a rimetterci sono e saranno sempre i soliti lavoratori, dobbiamo ringraziare il capitalismo Anglo Americano per tutto questo!!!
 
 
ninograg1
ninograg1 il 16/02/20 alle 19:54 via WEB
twister007 il 14/02/20 alle 18:21 via WEB una volta ci decantavano la tecnologia così come ci decantavano la libertà digitale e la città invincibile.... tutte cose miseramente fallite.
 
ormalibera
ormalibera il 14/02/20 alle 20:08 via WEB
penso sia inutile mettere pezze su un abito lacero, la nostra società non regge più, andrebbe cambiato proprio il sistema, basta ricchi e straricchi, ci deve essere un limite all'appropriazione, e la povertà e miseria deve scomparire, altrimenti è inutile chiamarci civili ed evolui
 
 
ninograg1
ninograg1 il 16/02/20 alle 19:55 via WEB
concorco in pieno: non tornare indietro, impossibile e improponibile, ma prendere un altra strada..
 
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