Cieche speranze

Virulenze


Avrò avuto 3 anni al massimo, mia sorella era lì lì per nascere, vivevamo  in un appartamento di cui ricordo ancora la disposizione che dava sulla stazione ferroviaria a un solo binario dove lavorava mio padre. Mi incantavo sempre a guardare il modo in cui mia madre sorseggiava il caffè bollente stringendo gli occhi a fessura e aspirando lentamente  l'aroma, dirigeva lo sguardo assorto, oltre il vetro sottile della finestra verso il nulla, verso l'infinito. Una vera star..le mancava solo la sigaretta tra le dita.Una di quelle mattine mise  nella lavatrice il mio pigiama a cui ero molto affezionato e che non avrei mai permesso a nessuno al mondo di lavareArrivai troppo tardi e a nulla valsero i miei pianti a dirotto e le carezze consolatrici : il danno era fatto. Non si sarebbe più potuto tornare indietro, e le mie lacrime avevano assunto un diverso significato.Infatti il ricordo è ancora così vivido dopo tantissimi anni, perché fu proprio in quell'attimo che compresi l'importanza ed ebbi la consapevolezza di ciò che era successo: non avrei avuto più la possibilità di annusare  o toccare il passato.  Era stato tutto cancellato da un lavaggio. Il futuro ruotava nell'oblò e prometteva  pulizia  e profumo.Oggi rivivo con la stessa consapevolezza quel ricordo.Niente sarà come prima.