Cieche speranze

Favorite?


Non molto tempo fa esistevano delle forme di cortesia o strumenti comunicativi come cedere il passo, alzarsi in piedi per salutare, aprire la portiera, poggiare la propria giacca su una pozzanghera (questo l'ho visto solo in un vecchio film), cedere il posto, sollevare il cappello dalla testa, proteggere l'altrui seduta col proprio fazzoletto, sfilare o infilare il cappotto al ristorante, invitare a sedersi scostando la sedia e amenità del genere (chi più ne ha più ne metta). Erano gesti o parole eleganti rivolte quasi esclusivamente all'universo femminile e non erano sempre dettate da sincera e genuina cortesia: in una società maschilista l'uomo era destinato a erigersi a paladino/protettore/lacchè, una sorta di principe azzurro dotato di eccezionale generosità e nobiltà d'animo. Anche tra maschietti era frequente lo scambio di parole cortesi.Tra queste ce n'era uno di cui mi ero totalmente dimenticato. Ero in treno, attraversavo una carrozza cercando di recarmi  nella vettura ristoro. Nel vestibolo c'era un signore ultrasettantenne che forse per imbarazzo si era rintanato in un angolo a mangiare un panino. Quando gli sono passato davanti mi ha detto: Favorite?  Automaticamente gli ho risposto: No grazie. Poi ho rimuginato che forse avrei dovuto aggiungere anche "buon appetito!".  Comunque era da molto tempo che non sentivo un'espressione del genere che oltre ad essere anacronistica era soprattutto un "pro forma".A posteriori mi sarebbe piaciuto rispondergli: si grazie!Cosa avrebbe fatto il signore che mi dava  del " Voi"?  Ne avrebbe staccato un pezzo?  Mi avrebbe donato tutto il resto del panino?  Si sarebbe offeso per la mia mancanza di bon ton per non essere stato al gioco?Non lo saprò mai. Intanto una signora si alza dal suo posto cercando di avviarsi nella mia stessa direzione..prego, dopo di Lei! (o Voi).