il mio mondo...

Lettera al mio Papino


Ciao Papino, Un mese fa, a quest’ora, eri ancora qui con me… Non mi sembra vero che sia già passato un mese. Ma come stai ora Papino? Dove sei? E’ meglio lì vero? Da come ti ho sognato qualche notte fa, mi sei sembrato sereno, addirittura non avevi più tutti quei segni che i vari interventi che hai subìto ti avevano lasciato… Pensa, magari ora senti ancora i profumi dei fiori, quello della pasta asciutta, quello dell’erba dopo la pioggia… Papino, sai che mi manchi davvero tanto? Ricordo tutte le volte che mi hai mandato al diavolo, quando mi dicevi di non mettere troppo formaggio sulla pasta, quando passavi la mortadella sottobanco a Mila… A proposito di Mila, sai che non vuole più avvicinarsi alla tua poltrona? Ogni volta che vado dalla mamma, lei si mette lì in un angolo, forse si chiede come mai non le apri più tu la porta di casa, come mai non la porti più in giardino (eh, ti ricordi quando ti scappava fuori dal cancello? Che nervi!!!)… Insomma, anche lei è proprio mogia mogia… Sembra che vaghi per casa in cerca delle tue coccole… Fino a qualche mese fa invece ti seguiva passo a passo, se tu andavi in bagno lei era con te, se andavi in camera lei era con te… E tu tutto orgoglioso “testavi” il suo attaccamento facendo le prove di spostamento da una camera all’altra… e lei dietro!!! Mi sembra ancora di vederla mettere la testolina sulle tue gambe, e tu che le facevi le carezzine e poi con le tue manone le battevi sulla schiena come a dire “Brava la mia Mila”… si, perché per te lei era tua, quando ti chiamavo, prima di chiedermi come stavo io, ti preoccupavi di come stava lei… Però era uno spettacolo vedervi insieme! Sai Papino, mi stanno tornando in mente tanti ricordi… Quando avevo 17/18 anni, eravamo cane e gatto io e te, tu cercavi di mettere delle regole che io ogni volta mettevo in discussione, non volevo accettarle, perché tu non mi spiegavi il motivo dei tuoi divieti… Quante litigate, quanti scontri… Magari Papino ti avessi ascoltato almeno quella volta che mi hai detto di aspettare a fare un passo così importante… Eh si Papino, chissà come mai tu sei sempre riuscito a capire gli uomini sempre meglio e prima di me, non ti sei mai sbagliato… Quando poi mi sono sposata le cose sono cambiate, abbiamo iniziato a ragionare di più, a dialogare senza discutere. Magari ti sei accorto che non ero più una ragazzina, che il mio carattere ed il tuo erano più simili di quanto avremmo mai potuto pensare. Io e te siamo due tosti, difficilmente ci piace sottostare agli altri, affrontiamo tutte le prove della vita a testa bassa, come i tori, cerchiamo di andare avanti giorno dopo giorno, anche se abbiamo i nostri momenti di cedimento. Capita Papino, soprattutto ultimamente, che ho la sensazione di non potercela fare, di non avere nulla al quale aggrapparmi. Poi penso a come tu hai portato avanti una famiglia, lavorando da solo, mantenendo moglie e tre figli, senza mai farci mancare nulla, cercando di darci sempre il meglio di ogni cosa. E’ vero, non eri uno “da coccole”, non ci sono mai state molte manifestazioni d’affetto tra di noi quando ero giovane, ma con l’andare degli anni, con la mia faccia tosta, quanti abbracci e quanti baci ti ho rubato… Addirittura sono anche riuscita a farti dire che mi volevi bene! Beh oddio, avevo trentasei anni, ma meglio tardi che mai no??? Papino, io sto cercando di affrontare il fatto che tu non ci sarai più quando torno a casa vostra, che non ti sentirò più borbottare perché la mamma ti stressa, che non ti vedrò più magiare la pastina con dentro il pesto… Erano tante piccole cose, stupide, che mi hanno lasciato un sacco di ricordi… La mamma sta soffrendo, cerco di starle vicina più che posso, tutte le mattine vado da lei, ed il sabato e la domenica la porto a fare un giretto, giusto per farla uscire un pochino; le uniche volte che esce va in sezione dai laringectomizzati, oppure dal dottore… E’ dura, tanto dura per lei… Si domanda perché tu l’abbia lasciata sola, ed io continuo a ripeterle che tu non te ne sei andato, che ci stai ancora vicino. Allora lei si commuove, dice che la notte ti vede ancora sdraiato di fianco a lei nel letto, che la sera le sembra ancora di vedere la tua ombra passare mentre guarda la televisione… Un amore come il vostro, che durava, e dura, da sessantadue anni, non può finire solo perché tu ora non sei più fisicamente qui. A dire il vero Papino, anch’io ti sento vicino, qualche giorno più di altri. Ma dimmi un po’, quella sera che stavo finendo impastata perché l’uscita dell’autostrada non era ben visibile, sei stato tu a frenarmi la macchina evitando di farmi schiantare vero? Porca miseria Papino, che paura!!!! Quella è stata una manovra da camionista, tu l’hai fatto per anni… Sei stato sicuramente tu… l’ho pensato subito appena ho realizzato di essere ancora sana e salva… Certo che dopo pochi giorni ti sei messo subito all’opera per proteggerci eh? Sono contenta di aver passato quasi tutte le mie mattine con te e la mamma, ce ne siamo fatte di risate, di chiacchierate, di smorfie… E negli ultimi giorni, quante volte ti ho detto ti voglio bene… Chissà Papino, se in quei quattro giorni, dove eri sotto morfina, capivi quello che dicevamo… Quando ti chiedevo in lacrime di andare, non era perché non ti volevo più li… Era perché non potevo più sopportare di vederti soffrire, di vederti ridotto in quel modo, di vedere gli spasmi che ti dava lo stimolo del pacemaker quando il cuore cercava di cedere… Quanto avrei voluto vederti riaprire i tuoi occhi blu, di sentirmi dire “sun amò chi scema, va a da via ul cù!”… beh, non è andata così… ma purtroppo la vita è anche questa, nessuno è esente dalla fine… Anche se ho sempre pensato che tu fossi un eroe invincibile, negli ultimi anni ho cercato di convincermi che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, ma non ero ancora pronta… Avrei voluto fare ancora tante cose con te e la mamma, vi avevo promesso che saremmo andati al Sacromonte, che saremmo andati a trovare Kristian e sua moglie, che vi sarei venuta a trovare al mare… Come si fa ora? Uffa Papino, va che l’hai fatta proprio grossa questa volta! Altro che quando ho dovuto risistemare il pasticcio della poltrona, ti eri fatto fregare quattromila euro da un disgraziato che ha approfittato di te e della mamma… Almeno li sono riuscita a sistemare tutto, ma qui cosa posso fare io? Posso convincermi quanto voglio che tu sei ancora qui vicino, che continuerai a proteggermi fino a che non ci ritroveremo, ma mi manca il tuo faccione, il tuo profumo, la tua voce che voce non era… Mi mancano i tuoi cazziatoni quando arrivavo tardi o quando con la mamma stavamo in giro per ore a fare la spesa… Mi fa strano non sentire il telefono che squilla mentre guido, sentirti dire “ma si amò in gir?”… Cosa posso dire Papino, sei stato un grande papà, hai cercato di crescermi con un carattere forte, e probabilmente è grazie a te se ora mi sento dire che sono una donna con le palle… Anche se poi, pensandoti, mi sembra di tornare a quando avevo sei anni… come diceva una canzone, piccola e fragile… E sai che ti dico? Che questa lettera la pubblicherò su facebook e sul blog, come la foto di te e la mamma che vi davate un bacino… Quanto ridere abbiamo fatto leggendo tutti i commenti dei miei amici!!! Poi, se dovesse mai leggerla qualcuno che ha la fortuna di parlare con l’aldilà, magari potrà dirti che ti ho scritto, che tua figlia ha detto un sacco di cavolate e che dice che le manchi da morire… E soprattutto, voglio che tutti sappiano che sei stato una persona che valeva la pena conoscere, che eri buono e generoso, brontolone, pasticcione, con la mania di smontare le cose e poi rimontarle facendo avanzare i pezzi… Sono contenta di assomigliarti, nel carattere e nel fisico, di avere i tuoi stessi occhi azzurri e la tua stessa testa dura… Papino, ora ti lascio, perché per dirla tutta, ho gli occhi che mi “sudano” e non è che vedo più molto… Ah senti, a proposito di occhi, le tue cornee sono state subito impiantate, ora c’è qualcuno che guarda la vita grazie a te… pensa che bello!!! Vabbeh… ora vado, magari stanotte ti sognerò, magari ti abbraccerò o magari battibeccheremo ancora… Se puoi, cerca di farmi passare questo senso di dolore che ho, lo so che non è facile, ma magari un tentativo potresti farlo no? A presto Papino… Divertiti lì dove sei, magari con tutti i tuoi amici, i tuoi fratelli, chi ci ha lasciato tempo fa… Saluta tutti… e tieni d’occhio la mamma, tu dall’alto hai una visuale più ampia rispetto a me!!! Ti voglio bene Papino… sei un grande!!!! <3