LaMiaVitaUnaOdissea

Nuovo Post


Episodio 358  In data 5 dicembre 2010, mentre ero andato a prendermi una “Baguette” al Nuovissimo Centro Commerciale “Il Gigante” di Via Francesco Cigna, angolo Corso Novara (il numero civico non lo so) in Torino, ho incontrato la mia ex vicina di casa (di quando non ero ancora separato da quella “Puttana” della mia ex moglie, XXX, in “Barriera di Milano), XXX, residente con suo marito XXX e i loro tre figli in Via XXX 34 (a circa 50 metri da Via XXX 24 bis a Torino) assieme a sua figlia e a una signora anziana. Mi ha detto cose sconvolgenti, ma che già mi aspettavo, al riguardo di quella “Ladra” della mia ex moglie, XXX. La mia ex e i suoi 3 compari [i figli: XXX (la primogenita), XXX (il secondogenito) e XXX (il terzo ed ultimogenito)] hanno bisticciato con tutto il loro vicinato, eccezion fatta soltanto per la famiglia del signor XXX e la XXX (o Anastasia), che abitano in Via XXX 28 a Torino, “Clan” non molto dissimile da loro. È una donna che ora è odiata da, appunto, tutto il suo vicinato in quanto tenta di fregare e sfruttare tutti e quanti:·         Dalla signora XXX, di cui non mi ricordo il cognome, che abita al numero 26 - il portoncino dopo il 24 bis di Via XXX, e, lavorava come addetta alle pulizie del “Cinema Doria” nel pieno “Centro” di Torino (in zona Via Roma), le elemosinava i biglietti per portare essa e la sua ciurma a vedere i film di “Prima Visione” in detta “Sala Cinematografica”, ma dall’altra parte la prendeva in giro e quando la “Signora Benefattrice” XXX (donna sola) voleva un po’ di compagnia (per scambiare quattro chiacchiere) essa lasciava sempre detto ai suoi figli che non era in casa;·         Dalla famiglia XXX/XXX, sita nello stesso pianerottolo di quella “Zoccola” della mia ex moglie, XXX, in Via XXX 24 bis in Torino;·         Da un signore, con la “Sclerosi Multipla, di cui non mi ricordo il cognome, che abita al piano susseguente e proprio sopra l’alloggio di quella “Troia” della mia ex moglie, XXX, in Via XXX 24 bis in Torino – esso essendo messo male con la degenerazione della sua malattia è, purtroppo, costretto a trascinarsi in casa non avendo più la forza necessaria per muoversi con agilità e disinvoltura come faceva un tempo, essa lo voleva denunciare per rumori molesti;·         Dalla famiglia della signora XXX, moglie del signor XXX, residenti in Via XXX 28 a Torino;·         Dalla famiglia della signora XXX, moglie del signor XXX, residenti in Via XXX 28 a Torino – essa era come obbligata a farle le iniezioni, per lei e per i suoi tre figli, senza alcun compenso;·         Ha fatto credere che di essersi male, per una caduta, al supermercato “Di X Dì” nella strada di casa sua a circa 50 metri Via XXX 24bis, angolo Via XXX, (il numero civico dovrebbe essere il 28 bis di Via XXX) ma non ha visto una lira;·         Ha provveduto a procurarsi una stampella per far credere di aver dei problemi fisici ma, anche qui idem, non ha cavato un ragno dal buco;·         Ricordo che in data 2 dicembre 2005 mi telefonò la Conny, mia amica - ex fotografa – e futura suocera della dottoressa XXX (colei che ha seguito la causa di separazione della signora XXX contro il sottoscritto). Conny mi disse che il lunedì seguente, 6 dicembre 2005, la mia ex moglie avrebbe avuto una causa in tribunale contro il suo ex datore di lavoro, XXX (residente in Corso XXX 231 in Torino (codice fiscale: XXX), proprietario del “Bar XXX” sito in Via XXX 45/H a Torino (tel. XXX). La signora XXX fece causa al proprietario di questo bar per suoi motivi ma, conoscendo la tipa in questione, io ho sempre avuto dubbi se egli avesse, o non avesse, ragione: lei si lamentava che il sig. XXX l’avesse offesa declassandola perché non era una buona lavorante! A seguire la causa non sarebbe stata la dottoressa XXX ma il figlio della Conny, XXX (fidanzato della dottoressa XXX): anche lui, come la fidanzata (già avvocato), si stava accingendo a diventare anch’esso avvocato. Conny mi promise che mi avrebbe fatto sapere qualcosa al riguardo di tutto ciò nei giorni seguenti: probabilmente entro il martedì sera, 6 dicembre 2005. In data 7 dicembre 2005 telefonai alla Conny per sapere come era finita la causa in tribunale della signora XXX nei confronti del signor XXX, proprietario del “Bar XXX” sito in Via XXX 45/H a Torino. Mi disse che fecero “Protesto” e non presero una lira in quanto, lui non possessore di alcun bene quindi, la mia ex moglie, se la prese in “sa giaca!”. Sperai che questo le fosse servito da lezione per eventuali future denunce nei confronti della povera gente: essa non poteva sempre sperare di sfruttare le persone per i suoi loschi scopi, infatti, dissi poi alla Conny, che la mia “Ex” aveva già avuto un sacco di problemi con altri suoi ex datori di lavoro e le raccontai tutto al riguardo di ciò che capitò alla signora XXX e alla sua famiglia, proprietari del “Bar XXX”, sito in Corso XXX 215/F a Torino (telefoni: XXX e XXX). Le dissi che fu anche lì licenziata perché, oltre a non andare d’accordo con gli ex datori di lavoro (tanto per cambiare!), fu stata anche spiata, dalla telecamera a circuito chiuso del bar, a rubare merce nel locale (cartoni di latte, pane, pizza, succhi di frutta, birre, pezzi di prosciutto crudo) e schede telefoniche insieme a XXX, moglie di suo fratello XXX. Al riguardo di questi furti la signora SuXXXsetta, pero’, non ne seppe nulla, ma suo marito e uno dei suoi due figli lo sapevano e quando XXX, licenziata, andò a prendere la liquidazione pretendendo una cospicua cifra (pronta a ricattarli con una denuncia) torno’ sui suoi passi perché le comunicarono che avevano le prove su videocassetta delle sue sottrazioni indebite. In quel bar, all’insaputa dei titolari, ci fu anche un giro di roba griffata contraffatta e molte volte XXX e XXX fecero acquisti: dai giubbotti, alle maglie invernali ed estive di marca, un giorno mi disse che avrebbe potuto acquistare una televisione dalla mafia russa (ripeto: erano parole di XXX) a metà del prezzo di listino di un qualsiasi supermercato. La Conny, rimasta interdetta da ciò che le enunciai, non ebbe più nulla da dirmi. Le domandai anche come si sarebbe pagato l’avvocato e lei mi risposte: a spese della “Collettività”, cioè con il “Gratuito Patrocinio!”;·         Ce ne sarebbe tanta altra roba da dire.La vicina di casa, XXX, mi ha detto che:·         La figlia primogenita, XXX, è stata vista prostituirsi dalle parti dove già andava a rifornirsi di pasticche (Exstasy), ai “Murazzi del Po”, di Torino;·         Il figlio secondogenito, XXX, ha saputo che attualmente lavora con suo zio, XXX (fratello di sua madre e 3° in scala di età dei quattro complessivi) in un’officina di “Rettifiche” e di “Lapidellatura”, che dovrebbe essere sita dalle parti di Grugliasco (TO) e appartenere al loro datore di lavoro, il sig. XXX;·         Il figlio terzo ed ultimogenito, XXX, almeno per quanto riguarda la sua presenza alle scuole medie inferiori, frequentate in zona, veniva accompagnato in classe e veniva ripreso alla fine delle lezioni da sua madre perché si faceva credere ritardato, per poter usufruire delle elargizioni di denaro da parte dell’Ente Benefico della “Caritas”.Essa mi ha, poi, parlato dei problemi di salute di suo marito, XXX, e delle iniezioni che deve fare agli occhi: Di ciò mi è dispiaciuto molto! Mi ha promesso di farmi sapere al più presto notizie della mia ex famiglia e mi ha invitato a casa sua tutte le volte ne abbia bisogno.