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L'avventura di M. Antonioni


 
Ho appena finito di vedere un film straordinario: "L’avventura" di Michelangelo Antonioni. Il film ci spinge a riflettere su situazioni  socio-culturali e stati esistenziali che ormai appartengono alla storia di questo secolo: la noia, l’alienazione, l’indifferenza , la superficialità e l’incapacità di costruire valori estetici ed etici capaci di essere duraturi ed eterni. La natura forte e solida delle isole Eolie, l’architettura maestosa e fastosa del barocco di Noto contrastano e mettono in evidenza la fragilità dei personaggi persi e disorientati in un’esistenza vuota e priva di basi solide su cui reggersi. I personaggi per la loro incapacità di vivere eticamente e di comprendere con una certa introspezione psicologica la propria personalità e quella degli altri vivono le relazioni in maniera effimera e superficiale, cadendo spesso nella sofferenza. Un film splendido anche per la fotografia: bellissime le inquadrature e bellissimo il bianco e nero. Trovo geniale anche il finale inaspettato. Il film è un ‘opera d’arte e la cui “lettura” non può esaurirsi con queste poche frasi.. Ci sarebbe molto da dire.. Consiglio di vederlo..
 Interessante questa scena: un gruppo di borghesi sull’isola Lisca bianca trovano un vaso antichissimo, lo guardano, se lo passano fra le mani e lo fanno cadere a terra rompendolo, senza alcun rammarico, senza aver apprezzato il valore unico e prezioso di quell’oggetto in quanto espressione di una cultura antica carica di valori, costumi e tradizioni. Antonioni sembra  sottolineare la contrapposizione dell’arte e della cultura del passato con la modernità di oggi , frivola e decadente…Interessante è anche la scena in cui Monica Vitti, vagando fra gli scogli in cerca dell’amica e in preda della disperazione, vede scivolare un grosso sasso verso il mare , e l’evento è fotografato e girato come se il masso fosse la sua anima , la sua esistenza e il suo stato d’animo.Bello è anche il vagare dei personaggi fra gli scogli dell’isola in cerca di un’amica non compresa…   Nel film vi sono  varie   inquadrature  di  scorci di  città che ricordano i  quadri metafisici  di De Chirico. Lo spaesamento, la malinconia e l’effetto metafisico sono gli elementi fondanti e principali della pittura di De Chirico e sono congeniali ad esprimere   gli stati d’animo e  l’atmosfera che il  regista  vuole creare nel film. Antonioni , pertanto, fa questa citazione perchè  funzionale a ciò che  vorrebbe comunicare: una sorta di alienazione e di straniamento da quella  che è la realtà  moderna.