Il Manierismo è un periodo molto particolare, dimenticato e sottovalutato per secoli. Nel Novecento, quando si comincia ad analizzare il linguaggio dell’ arte nelle sue strutture linguistiche in chiave espressivo - estetica e comunicativa, viene rivalutato per alcune sue peculiarità che riguardano proprio la sperimentazione del linguaggio artistico. Rosso Fiorentino e Pontormo prendono spunto dal linguaggio classico michelangiolesco, per poi rielaborarlo e sperimentarlo in chiave espressiva in un periodo particolare di crisi di valori. Inquietudine, instabilità e una visione grottesca e surreale di determinati aspetti della Bibbia e della vita, diventano parte integrante del messaggio espressivo delle loro opere.
Rosso Fiorentino crea un’op era singolare per un periodo in cui il linguaggio pittorico era indirizzato verso l’armonia , l’equilibrio e un’ iconografia rigida che esaltava gli eventi biblici in chiave idealizzata e divina.
Da una complessiva “lettura” della Deposizione di Cristo di Rosso Fiorentino troviamo:- l’instabilità della composizione: l’ asimmetrica e convulsa disposizione dei personaggi, collegati fra loro da linee circolari e spezzate, crea movimento, teatralità e concitazione. - La rappresentazione di un evento sacro in chiave realistica quasi “popolana”con elementi grotteschi e tragicomici. - Linee spezzate e volumi spigolosi che sottolineano espressione e drammaticità. - I colori cangianti che sottolineano l’espressione del quadro, ma diventano essi stessi strutture linguistiche con chiara valenza estetico- espressiva autonoma.
Vi lascio questo video dove c’è una lettura molto attenta dell’opera.
Il cinema più volte ha preso spunto dalla storia dell’arte per creare immagini, per raccontare la biografia di grandi artisti o per esprimere un ‘idea o uno “spirito” di idee insito in certe opere. È il caso di Pier Paolo Pasolini nel film La Ricotta, dove si riproduce la scena della Deposizione di Cristo di Rosso Fiorentino, cogliendone proprio lo spirito “popolano” , grottesco e teatrale dell’opera.
Il film è stato fortemente criticato, osteggiato e accusato di vilipendio della religione. Pasolini dovette infatti difendersi in tribunale. La Ricotta fece poi parte del film RoGoPaG, il cui titolo comprende le iniziali dei registi Rossellini, Godard, Pasolini e Gregoretti, ognuno autore di un episodio cinematografico.La ricotta è ambientato in un set cinematografico il cui regista è Orson Welles. Il regista-attore deve girare la storia della “Passione”, servendosi di gente del popolo. Memorabile è il dialogo fra il Orson Welles e un giornalista sull’uomo medio e sull’ignoranza “spirituale” di quest’ultimo: il disgusto, la critica verso chi è ormai soggiogato da una non-cultura di massa che porta a essere “morti in vita”.Il film provocò scandalo e una critica feroce essenzialmente perché la passione di cristo è rappresentata da uomini che non si rendono conto della sacralità dei ruoli che stanno interpretando e dei valori che essi esprimono, perché sopraffatti dalla superficialità e dall’ignoranza. Inoltre, il protagonista, il ladrone, come Gesù Cristo 2000 anni, morirà nel film tra l'indifferenza e l'ignoranza di tutti.