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Boicottare la Cina?


In questi giorni si sente dire che lo sport non dovrebbe occuparsi di questioni politiche, eppure da sempre lo sport si è fatto  portavoce di messaggi e di ideologie importanti. Gli esempi sono innumerevoli e partono da lontano: lo svolgimento delle olimpiadi nell’antichità comportava la tregua da tutte le guerre, già allora, i giochi, avevano un’importanza politica importante. Se facciamo un salto nell’ultimo secolo ci rendiamo conto che sport e politica sono legati a doppia mandata.  Lo sport è stato utilizzato da tutti gli Stati moderni a fini aggregativi, per incrementare lo spirito nazionale dei cittadini, così gli sportivi sono sempre stati simboli di un ideale ulteriore, più profondo e, talvolta, strumentalizzati proprio a fini politici. Si pensi all’utilizzo propagandistico di Primo Carnera negli anni venti ad opera del fascismo; poi, parlando di olimpiadi, possiamo ricordare Jesse Owens,  che umiliò Hitler nelle olimpiadi di Berlino,  Thomas  Smith e John Carlos che salutarono l’inno americano con il pugno teso ricoperto da un guanto nero per protestare contro le discriminazioni razziali,  dovremmo anche ricordare che durante la guerra fredda (nel 1980 e nel 1984) Usa e Urss disertarono i rispettivi giochi. Le stesse squadre di calcio sono state spesso utilizzate a fini propagandistici. Gli esempi sono molti, troppi per essere ricordati in un breve articolo. Dire che lo sport non deve occuparsi di politica è un’assurdità, lo sport rappresenta, molto spesso, uno dei tanti modi per fare politica.  Tuttavia, non so se le violazioni dei diritti umani perpetrati dalla Cina siano tali da boicottare le loro olimpiadi. Cioè, sì, sono tali da suscitare indignazione profonda, dovrebbero comportare una reazione veemente dell’opinione pubblica. Solo che per noi occidentali è facile vedere come altri popoli calpestino i diritti umani, è più difficile fare autocritica e capire quando lo facciamo noi. Il Tibet dovrebbe essere un paese libero, come dovrebbero essere paesi liberi l’Iraq e l’Afghanistan, tanto per fare pochi esempi recenti, eppure non abbiamo bloccato alcuna manifestazione sportiva per protestare contro queste violazioni, perché proponiamo di boicottare le olimpiadi cinesi? Cosa è che temiamo veramente? Può darsi che tra i timori ci sia quello di scoprire un mondo un po’ diverso da come ce lo stiamo raccontando negli ultimi anni.