Killerbee

Rho, 06 settembre 2009


Stasera voglio fare un breve cenno ad uno dei miei passatempi preferiti: i manga
. Ci sarebbe da scrivere parecchio, ma cerco di essere breve ed esaustivo con il materiale che ho trovato in rete.Manga è un termine giapponese che in Giappone indica i fumetti in generale ed è una parola composta da man, immagine, e ga, satira. Il termine fu inventato dal disegnatore Katsushisa Hakusai, intorno al 1814, per dare il nome a una sua raccolta di schizzi e disegni, mentre il primo disegnatore ad utilizzare la parola nel suo attuale significato di fumetto fu Rakuten Kitazawa. In Giappone i fumetti hanno un ruolo culturale ed economico rilevante, e sono considerati un mezzo artistico ed espressivo non meno degno della letteratura, del cinema o di altri mass media.Molto spesso si associa il termine manga alla pornografia ("hentai"), ma al contrario di quanto generalmente si crede, i manga non rappresentano un genere, ma sono chiamati così, in Giappone, i fumetti di qualunque target, tematica ed anche nazionalità abbiamo così i "Nihon no manga", ossia i fumetti giapponesi" e gli "Itaria no manga", ovvero i fumetti italiani).A differenza dei fumetti occidentali, le avventure dei manga hanno, per quanto riguarda i protagonisti, un inizio ed una fine. Il personaggio ideato dall'autore e/o disegnatore appare sulla scena nel primo volume, "vive" la sua vicenda e, al termine della serie (quelle di successo possono protrarsi per diversi anni e centinaia di puntate), esce di scena e non "interpreterà" altre serie. Alcune eccezioni si possono rilevare per personaggi molto amati dal pubblico, che vengono ripresentati in varianti della storia principale, oppure di cui si raccontano episodi accaduti anteriormente all'inizio della serie principale. Spesso il successo di un personaggio di un manga si risolve in una trasposizione più o meno fedele delle sue avventure sotto forma di anime.Ed ora un breve cenno alla millenaria storia di questo "fenomeno". La nascita dei manga è fatta risalire al periodio Edo, precisamente verso il 1600 ca., epoca in cui si iniziarono a disegnare sulle pareti dei templi delle "vignette" che rappresentavano scene con soggetti religiosi.Per renderli visibili a un pubblico più ampio, vennero riprodotti su tavole di legno, facil-mente trasportabili in città e villaggi. In quest’epoca a fianco del termine “manga” cominciò a essere usato il termine “edo”, mentre per “manga” si cominciò a intendere lo stile del disegno più che il disegno stesso. Gli “edo” riproducevano più che altro soggetti meno religiosi di quelli dei templi. Spesso si trattava di grafiche erotiche, ma anche piante di costruzioni e striscie satiriche. Le figure erano composte in monocro-mia, con profili raramente colorati in maniera rudimentale.Nel 1702, Shumboko Ono,  un celebre artista di manga, volle raccogliere i suoi disegni in un libro, che è rimasto fino ai nostri giorni come la raccolta di manga più antica del giappone. Nel giro di un secolo, la tradizione del “Tobae”, come furono chiamate queste raccolte, si estese a tutta la società giapponese.Bisogna aspettare il dopoguerra perché i fumetti diventino famosi e molto usati tra i giovani. Questo merito va a Osamu Tezuka che con la sua prima opera “Shin takarajima” (la nuova isola del tesoro) da il via e così si creano le prime basi dei manga. In questo periodo vennero creati altri manga come “Cyborg 009” di Shotaro Ishimori (che parla di alcuni ragazzi trasformati in cyborg contro la propria volontà e che combattono per il bene dell’umanità). Si sviluppano molto anche i manga che parlano dei ninja come le incredibili avventure gesta di Kamui del manga “Niupu Kamui gaiden” (da noi semplicemente “Kamui”) di Sapei Shirato.Legato al concetto di manga abbiamo il termine anime: il manga è il classico fumetto giapponese che ha la particolarità di dover essere letto al contrario, cioè iniziando dall'ultima pagina come fanno normalmente i giapponesi, mentre l'anime è la versione a cartone animato che viene fatta prendendo spunto dalle storie e vicende descritte nei manga. Il papà del primo anime giapponese è stato Osamu Tezuka, che nel 1951 disegnò Tetsuwan Atom, meglio noto come Astro Boy.Nel 1963 la televisione nipponica mandò in onda la prima puntata della serie, che durò tre anni con 193 episodi, molti dei quali rimasti inediti al di fuori del paese. Sempre a Tezuka si deve la nascita di Ribbon no kishi (La Principessa Zaffiro), nel 1954, sulla rivista "Shojo Club", che viene oggi considerato da molti il primo shojo (fumetto per ragazze) moderno, che avrà un seguito nel 1959 e una seconda pubblicazione rivista e corretta nel 1963.Si potrebbe andare avanti e scrivere pagine e pagine specie sui personaggi creati dai nostri amici mangaka, ma per ora preferisco stopparmi
. Vi lascio quindi con una delle più mitiche sigle dell'epoca
.Buon inizio di settimana a tutti!