Creato da endofday il 09/01/2009

LiberaMente

non lasciare il tuo cervello in comodato d'uso ad altri

 

 

IL BUGIARDO

Post n°12 pubblicato il 11 Gennaio 2009 da endofday

Il signore dio diede questo comando all’uomo: “tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangerai, certamente moriresti”.

 

Qui i curatori della Bibbia versione CEI si tuffano in un ragionamento altamente filosofico: la conoscenza del bene e del male è un privilegio che dio si riserva e che l’uomo usurperà con il peccato. La conoscenza è la facoltà di decidere da sé ciò che è bene e ciò che è male, una rivendicazione di autonomia morale con la quale l’uomo rinnega il suo stato di creatura, il primo peccato è stato un attentato alla sovranità di dio, una colpa di orgoglio!

 

Quindi, prima di mangiare la mela, l’uomo e la donna erano degli imbecilli sotto la tutela di dio che non aveva voluto l’uomo intelligente, anzi. Lobotomizzato.

 

“Certamente moriresti”: i curatori si affrettano a dire che non è vera morte, ma che l’atto merita la morte, che si riferisce ad una vita misera….

 

Però c’è scritto “certamente moriresti!”. Se dio avesse voluto essere più esplicito con un demente, avrebbe dovuto farlo, se intendeva dire altro rispetto a quello che c’è scritto.

 

Il serpente, la più astuta delle bestie selvatiche fatte dal signore dio disse alla donna (non all’imbecille dell’uomo – molto ben raffigurato nella pubblicità delle gomme da masticare!) “è vero che dio ha detto: non dovete mangiare di nessun albero del giardino?” e la donna:”dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino dio ha detto: non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete.”

 

Anche Eva ha capito che se lo toccano muoiono.

 

Se su un cavo di alta tensione scrivo “chi tocca muore” voglio dire proprio questo. Non intendo dire attenzione se tocchi magari c’è una possibilità che tu trapassi, ma trapassi non necessariamente a miglior vita, potrei voler dire che la tua vita attuale sarà cambiata in peggio…..

 

Ma davvero un dio onni-qualsiasi cosa sarebbe così contorto? Non ci posso credere!

 

Ma andiamo avanti.

 

Il serpente (creatura astuta, molto astuta, più dell’uomo) disse alla donna: “non morirete affatto! Anzi dio sa che quando voi ne mangerete, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come dio, conoscendo il bene e il male”.

 

La donna compie l’atto, i frutti erano appetitosi e desiderabili ne prende uno e ne mangia, poi ne diede al lobotizzato che aveva accanto il quale senza proferir parola ne mangiò.

 

Allora si aprirono gli occhi! E videro che erano nudi! Che schifo! Intrecciarono foglie di fico (non fico d’india, oramai avevano la conoscenza per non fare un errore simile!) e ne fecero cinture….. all’ultima moda…..

 

Poi udirono il signore passeggiare nel giardino alla brezza del giorno (possono aggiungere fumando la pipa? Secondo me il quadro si completa così)

 

L’uomo e la donna si nascondono, ma dio chiamò l’uomo: “dove sei?”

 

Dico sei dio l’onni-tutto e non sai dov’è Adamo, ciò che ha fatto?

 

L’uomo dice: “la donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato”.

 

Ma vi rendete conto? Spione e ingrato! Dopotutto oggigiorno nelle aule di tribunale per uno sconto di pena basta pentirsi, no?

 

E non dimentichiamo l’infermità mentale: Adamo ne era colto già dalla creazione, avrebbe dovuto essere perdonato, mentre la donna….

 

Fermiamoci un attimo.

 

Dunque l’uomo e la donna hanno mangiato il frutto dell’albero proibito, risultato?

 

Hanno la conoscenza! Non sono morti!

 

Chi, dunque, ha detto il vero? Il serpente o dio?

 

Allora dio disse al serpente: “sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai”.

 

Ecco la rivelazione: fino a quel momento anche il serpente aveva le zampe! Era stato creato così. Solo dopo il peccato originale gli vengono, per così dire, amputate, tanto che sarà ora costretto a camminare sul ventre!

 

E dopo aver maledetto il serpente, si rivolge alla donna e la maledice, poi si rivolge all’uomo e lo maledice. Maledice loro e quindi la loro discendenza.

 

In un moto di generosità però fa loro delle tuniche di pelli, li veste e li caccia dall’Eden.

 

Dice: “ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita ne mangi e viva sempre!”.

 

Un’ultima considerazione prima di proseguire.

 

Dio, nella sua più grande magnificenza, crea l’uomo ma lo vuole alieno dalla vita, non deve conoscere la differenza tra il bene e il male, non lo vuole men che meno eterno, lo vuole ebete nel paradiso terrestre, ma cosa cambierebbe per l’uomo essere in un paradiso terrestre e negli inferi più scuri, non ne comprenderebbe la differenza.

 

Un uomo così non ha aspirazioni, sarebbe una non vita paradisiaca.

 

Questo è quello che voleva il dio buono, ma i suoi piani vanno a monte. E questa è sola prima volta in una lista lunga, molto lunga di piani falliti del signore iddio.

 

 
 
 

CAINO E ABELE

Post n°13 pubblicato il 01 Febbraio 2009 da endofday



Torna – e ritornerà sempre – l’appunto dei curatori della Bibbia CEI.


 


Il racconto di Caino e Abele è, appunto, un racconto. Ci si riferisce ad uno o più popoli, l’antenato eponimo dei cainiti. E quindi è un racconto, come tutti gli altri. Cosa c’è di straordinario in esso?


 


Caino è un “lavoratore del suolo”, Abele un pastore. Nelle poche righe non si comprende, davvero, cosa possa aver fatto Caino per non piacere a dio.


 


Eppure, come l’altro fratello, offrì frutti del suolo in sacrificio al signore. Abele offrì i primogeniti del suo gregge.


 


Dio gradì l’offerta di Abele ma non quella di Caino. E Caino si irritò.


 


Non ci è dato sapere cosa non è piaciuto a dio; i curatori ci dicono che si manifesta la libera scelta di dio… la sua predilezione per gli umili…. Dov’è tutto questo? Nelle poche righe a disposizione non v’è nulla che mostri l’umiltà di Abele.


 


Dio ha scelto. Su che basi? Forse gradisce la carne e non la frutta e la verdura? Non vedo altro.


 


Pare quasi che dio istighi Caino. “Perché sei irritato – gli chiede – e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto?”


 


Si, ma cosa ha fatto Caino? Semplicemente non piace a dio. E la rabbia si accumula. Porta in campagna il fratello e lo uccide.


 


Nel nostro sistema penale c’è una attenuante per il gesto di Caino. L'aver agito in stato di ira, determinato da un fatto ingiusto altrui. Articolo 62 bis, comma 1, numero 2) del codice penale in vigore in Italia.


 


Allora il signore disse a Caino: “dov’è Abele, tuo fratello?”; ancora una volta dio non sa cosa succede sulla terra! Lo deve chiedere.


 


Ancora una volta si ritrova a maledire l’uomo.


 


Su quattro persone presenti sulla terra (tanto per banalizzare, ma è indicativo) tre sono maledette da dio, una è morta!


 


E si accanisce, come aveva fatto con Adamo ed Eva: “quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti…”.


 


Caino prova a chiedere perdono. Tempo sprecato. Ed in quel momento dio creò l’associazione “nessuno tocchi Caino”, perché disse: “però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte.”


 


Come oggi, anche allora nessuno si curò più di Abele, poverino.


 


Ora inizia nella Bibbia la prima di tante enunciazioni di discendenze che stridono con alcuni particolari che verranno messi in luce più avanti ma dei quali voglio dare cenno.


 


Ci sono pagine intere di nomi che non hanno fatto nulla di particolare, se non esistere e dare discendenza ad altri, e non si conosce il nome del faraone che tenne per così tanti anni in schiavitù il popolo eletto. C’è qualcosa che non mi torna. Forse no. Ma lo vedremo.


 


Qui mi limito a dare il numero di persone, padri e figli e nipoti, che si sono succeduti. Li ho contati, sono 20, mi pare, è difficile districarsi tra quei nomi che si ripetono. Ma le persone generate, ovviamente sono molte di più. Matusalemme, per esempio, generò Lamech quando aveva centottantasette anni, ma visse ancora settecentottantadue generando figli e figlie.


 


L’ultimo della lista è Noè che alla veneranda età di cinquecento anni generò Sem, Cam e Iafet.


 


Che racconto straordinario!

 
 
 

IL DILUVIO

Post n°14 pubblicato il 01 Febbraio 2009 da endofday

Quanto tempo è trascorso dalla maledizione di Caino da parte di dio?


 


Come si può fare un calcolo? Non ci si può basare sulle generazioni; qui la gente vive otto - novecento anni!


 


Chissà a che età si andava in pensione, chissà se c’erano le polemiche di oggi. La vita media non è aumentata ma diminuita col tempo!


 


È stato dio stesso a porre un limite. Centoventanni. Anche questo limite posto da dio è stato snobbato dagli uomini.


 


Vabbè ne è passato di tempo; gli uomini hanno popolato la Terra.


 


Di figli e figlie degli uomini ve ne sono migliaia oramai.


 


Ora “i figli di dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero.”


 


Questo passo è terribile. No, solo di difficile interpretazione si affrettano a dire i curatori.


 


Dio ha solo figli maschi! E ci chiediamo come mai oggi la chiesa è maschilista?


 


Ripeto la domanda: quanto tempo è passato dall’ultima maledizione di dio?


 


Non lo so, ma ne arriva un’altra.


 


“Il signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra…. E il signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo.”


 


Oh, ma come è buono dio, come è misericordioso.


 


Il signore disse: “Sterminerò dalla terra l’uomo che ho creato: con l’uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito di averli fatti”.


 


L’uomo è malvagio ed io stermino tutti gli esseri viventi!


 


Pazzesco!


 


L’essere perfettissimo ha sbagliato! Non l’uomo, ma lui. Lui ha creato l’uomo e lo ha creato sbagliato.


 


No, non accetto il rimando al peccato originale.


 


Se l’uomo non lo avesse commesso, sarebbe un fantoccio di pezza, un pupo nelle mani di dio. È questo ciò che tu avresti voluto essere? Io, no!


 


Ma quanta bontà sgorga dal cuore di dio. Non prova neppure più a parlarci con l’uomo; l’aveva fatto con Adamo ed Eva, con Caino. Ora non più. È talmente adirato con l’uomo, che egli ha creato, che lo vuole sterminare, lui e tutti gli animali. Incredibile!


 


Ma più incredibili sono le parole dei curatori che così spiegano il passo: “l’autore sacro ha caricato questo ricordo [il diluvio ndr] con un insegnamento eterno sulla giustizia e sulla misericordia di dio, sulla malizia dell’uomo e sulla salvezza accordata al giusto”.


 

 
 
 

IL DILUVIO - 2

Post n°15 pubblicato il 01 Febbraio 2009 da endofday

Il giusto è ovviamente Noè. Ma dov’è la giustizia e la misericordia di dio?

 

Tra tutti gli uomini della terra solo Noè e la sua famiglia erano giusti? E tutti gli animali, quali colpe possono aver commesso?

 

Allora dio chiama Noè e gli dice si costruire un’arca.

 

Non conosciamo il nome del faraone che tenne in schiavitù il popolo eletto, ma sappiamo le grandezze dell’arca: lunghezza trecento cubiti, larghezza cinquanta, altezza trenta.

 

Dio in persona, il geometra o architetto che sia, le dettò a Noè.

 

Bene, con tutti questi cubiti a disposizione, chissà quanti animali può contenere.

 

Il cubito è pari a 44,45 centimetri, quindi rapportando il tutto ad una unità di misura a noi più consona abbiamo:

 

lunghezza: 300 x 44,45 = 133,35 metri

larghezza:    50 x 44,45 =   22,225 metri

altezza:        30 x 44,45 =   13,335 metri

 

Il Titanic, tanto per rapportare tali misure a qualcosa che conosciamo, era lungo 269 metri e largo 28, aveva una stazza di 46.328 tonnellate e l'altezza del ponte sulla linea di galleggiamento era di 18 metri.

 

Nel Titanic ci stavano poco più di 2.000 persone, nell’arca quanti animali è riuscito a farci stare Noè?

 

La domanda non è e non vuole essere polemica.

 

Voglio solo sapere quanti animali sono saliti sull’arca. Dio disse a Noè: “…introdurrai nell’arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina….”.

 

Ci tiene a specificare che la coppia deve essere formata da un maschio ed una femmina, non si sa mai che Noè non conosca la natura.

 

E, sapendo l’uomo poco incline ad ascoltarlo gli ripete tutto: “…due d’ognuna verranno con te, per essere conservati in vita.”. Segnatevi il passo 6:19 – 6:21.

 

Il passo 7:2 recita: “d’ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la femmina.”

 

Il passo da 7:8 a 7:9 recita: “degli animali mondi e di quelli immondi, degli uccelli e di tutti gli esseri che strisciano sul suolo entrarono a due a due con Noè nell’arca, maschio e femmina, come dio aveva comandato.”

 

Prima solo una coppia, poi sette paia di animali mondi, infine entrano nell’arca gli animali mondi ed immondi a due a due.

 

Però sempre e solo maschio e femmina. Non sia detto che parteggiamo per l’omosessualità.

 

Insomma, chi e quanti sono entrati nell’arca? Aspetto risposte.

 

Una curiosità che ho osservato più volte nel vecchio testamento. Dio, all’improvviso, si ricorda di una cosa che sta succedendo anche da molto tempo, come se fosse distratto da altro. Si ma da cos’altro?

 

Le acque restarono alte sulla terra centocinquanta giorni. Dio si ricordò di Noè… dio fece passare un vento sulla terra e le acque si abbassarono.

 

L’uscita dall’arca riserva una piccola sorpresa per alcuni animali. Infatti, Noè appena fuori edificò un altare al signore, prese ogni sorta di animali mondi e di uccelli mondi e offrì olocausti sull’altare.

 

Allora, entrano gli animali mondi ed immondi, si salvano per tutto il periodo del diluvio, quando le acque si abbassano escono tutti e gli animali mondi (i buoni) subiscono l’olocausto.

 

È la storia dell’uomo. I buoni periscono ed i cattivi si salvano. Che bel messaggio pastorale.

 

Ma non è finita. Il signore ne odorò la soave fragranza. Avete capito perché dio amava Abele il pastore e odiava Caino il coltivatore diretto. Dio è carnivoro o, quanto meno, non va pazzo per l’insalata e i peperoni.

 

Giunge un altro pentimento di dio che dichiara di non voler più maledire il suolo a causa dell’uomo, perché l’istinto del cuore umano è incline al mal fin dalla adolescenza.

 

Per dio l’uomo è una partita persa. Non ha più voglia di insegnarli nulla tanto l’uomo ha il male dentro.

 

Si ma l’uomo l’ha fatto dio; che abbia davvero sbagliato?

 

L’uomo è psicologicamente più forte di dio. L’uomo non si pentirà mai, dio l’ha fatto già alcune volte nelle prime pagine della Bibbia.

 

Un’ultima annotazione su questo racconto.

 

Dio stabilisce la prima alleanza. È un’alleanza per così dire mondiale perchè si estende a Noè ed ai suoi discendenti e ad ogni essere vivente della terra, uccelli, bestiame, tutti quelli che sono usciti dall’arca (e che non sono stati sacrificati sull’altere, immagino).

 

In seguito le alleanze saranno sempre più ristrette, quella con Abramo e quella con Mosè saranno limitate al popolo eletto, appunto. Popolo che, come vedremo, non sempre ricorda con piacere l’alleanza con quel dio che a tutti i costi vuole essere dio di quel popolo.

 
 
 

CHE BABELE!

Post n°16 pubblicato il 08 Febbraio 2009 da endofday


 


I figli di Noè che uscirono dall’arca furono Sem, Cam e Iafet.


 


Cam è il padre di Canaan; perché lo sottolineo? Semplice in questi pochi passi (9:18, 9:29) si prepara il campo alla terra promessa, quella era appunto Canaan.


 


Perché dico che si prepara, perché con un racconto degno di una barzelletta Noè, ubriaco giace nudo, il figlio Cam lo vede e lo racconta agli altri figli e Noè maledice Canaan!


 


Ora, ho perso il conto delle maledizioni che ci sono in queste prime, poche, pagine della Bibbia, ma di certo sono superiori alle benedizioni.


 


Continuiamo. Dalla discendenza di Noè, Sem, Cam e Iafet, si ripopola la terra, resa priva di vita dal diluvio.


 


Come al solito della stessa storia ritroviamo due versioni.


 


Da 10:1 a 10:32 dai discendenti dei tre figli derivano le nazioni disperse in tutti i territori: ciascuno secondo la propria lingua e secondo le loro famiglie, nelle loro nazioni.


 


Da 11:1 a 11:9 la stessa storia ma una storia diversa. Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Con una cattiveria che ritroveremo anche successivamente – nell’Esodo per esempio – dio scende a vedere cosa stanno facendo gli uomini. Questi erano intenti a costruire una bella torre alta, così alta che “la cima tocchi il cielo”.


 


“Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro”.


 


Perché farlo? Neppure i curatori dell’edizione CEI s’avventurano a spiegarlo.


 


Perché descrivere un dio così insensatamente cattivo? Carico di odio fine a se stesso se ci pensate bene.


 


Perché descrivere un dio così, se non fosse (se esistesse) veramente così?  

 
 
 
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