POLITICA & RELIGIONE

B U D D I S M O


Il Buddismo di Nichiren DaishoninNichiren Daishonin è considerato un grande riformatore del Buddismo medievale giapponese.La sua dottrina si basa sul Sutra del Loto, propagato da Shakyamuni, e su gli insegnamenti di T'ient-t'ai (538-597) e Dengyo (767-822), filosofi rispettivamente cinese e giapponese.Nel 1253, all'età di 32 anni Nichiren inizia a propagare Nam-myoho-renge-kyo delle tre grandi Leggi segrete (l'oggetto di culto, l'invocazione e il santuario), affermando che questa pratica fondamentale è l'unica via per ottenere l'illuminazione nell'Ultimo giorno della Legge, ovvero nel periodo che ha inizio duemila anni dopo la morte di Shakyamuni.Nel 1279 iscrive il Gohonzon, l'oggetto di culto in forma di mandala da affidare ai suoi seguaci. Il Gohonzon è considerato la materializzazione di Nam-myoho-renge-kyo. L'essenza del Buddismo di Nichiren sta nella recitazione di Nam-myoho-renge-kyo di fronte al Gohonzon. Nam-myoho-renge- kyo indica la verità universale o natura di Budda. Recitare Nam-myoho-renge-kyo significa evocare e attivare questa Buddità, come se si mettesse in moto un meccanismo interno per rivelare la condizione di Budda in modo naturale. L'innovativo concetto di Nichiren sull’ottenimento della Buddità sottolinea la possibilità dell'illuminazione immediata: poiché il Gohonzon materializza la natura illuminata della propria vita, recitare Nam-myoho-renge-kyo di fronte al Gohonzon significa coltivare e utilizzare la propria Buddità.La pratica di recitare Nam-myoho-renge-kyo di fronte al Gohonzon è un processo continuo, volto a trasformare lo stato potenziale della Buddità in una condizione concreta. L'impegno a sviluppare la propria natura di Budda recitando Nam-myoho-renge-kyo di fronte al Gohonzon assume anche il carattere di una sfida contro il proprio karma negativo.La pratica quotidiana della recitazione di Nam-myoho-renge-kyo di fronte al Gohonzon è integrata dalla recitazione di parti del Sutra del Loto (Gongyo) dove si afferma che la natura di Budda è inerente a tutti gli esseri umani.La pratica buddista non può essere solo rivolta a se stessi ma deve indirizzarsi alla felicità di tutti gli esseri, dell'ambiente e della società intera. Centrale è infatti il concetto di compassione. “Ciò che dai a un altro diventerà il tuo stesso nutrimento - commenta il Daishonin - se accendi una lanterna a un'altra persona, la sua luce illuminerà anche il tuo cammino”.Attraverso la quotidiana pratica buddista ogni persona può quindi intraprendere la sua riforma interiore e, su questa base, operare per la realizzazione di una società pacificaHo scelto questo ramo del Buddismo perchè è quello che conosco meglio...Per certi versi, è molto più concreto e credibile del cristianesimo..Valutate voi e se vi servono altre informazioni chiedete... Pubblichero' anche un glossario...