Kraken

Bé ménu, ul figàtt e molto molto di più.


Adoro il mio dialetto.Oddio, adoro TUTTI i dialetti, e qualcuno - oltre al mio - lo capisco e lo parlo veramente bene, anche grazie a lunghe frequentazioni di amici e/o fidanzate con origini diverse dalle mie. Insomma... con le fidanzate ci ho fatto proprio dei master, dunque vediamo... Calabria ce l'ho, Sicilia pure, la Puglia è okay... mi manca la Sardegna, anche perché il sardo lo considero una lingua (e bella pure) e la fidanzata non ce l'ho mai avuta, anche se avevo una storia in procinto (ma mooooooooolto in procinto, eh!) di iniziare con una cagliaritana che aveva due occhi di carbone e una pelle di pesca e un sorriso che...sto divagando... me ne rendo conto... ma quegli occhi mi sono rimasti dentro, era così bella, mannaggia...Sto divagando ancora. che ci volete fare?Vabbé, dicevamo. Adoro il mio dialetto perché - come in tutti i dialetti - ci sono delle espressioni che in italiano non renderebbero nemmeno un centesimo rispetto al corrispettivo dialettaleuna di queste è "bé ménu!"La traduzione alla lettera è prontamente intuibile: bevi meno, ma dietro questa espressione/esortazione ci leggo veramente la saggezza millenaria di un popolo, una saggezza da contadino con mani callose, aduso ad alzarsi presto e a presto coricarsi, con una vita dura da affrontare, che se lo fai con un po' di ironia ce la fai e pure bene, meglio se con qualche bicchiere di quello buono, ogni tanto... sennò soccombi. Perché questo sproloquio? perché dietro quelle due parole ci vedo un sacco di cose. Ti dico di bere meno, non di non bere, perché, che diamine, mi rendo conto che qualcosa lo devi bere per affrontare la tua vita, che hai bisogno un po' di tregua anche tu... e forse hai esagerato. Quindi bevi meno... il "bé ménu" si può lanciare per qualsiasi occasione... l'amico inciampa? bé ménu! ha detto una castroneria? bé menu! e così via. Il dialetto è lingua del cuore e della famiglia, esprime emozioni; sentirsi dire "bé ménu" è un consiglio amichevole, una roba intima, l'italiano, lingua ufficiale, esprime giudizi tecnici, comunica dati, diventa ufficiale. Se mi dici bé ménu mi metto a ridere con te... se mi dici bevi meno... ti sparo un calcio in culo, come ti permetti?di solito al bé ménu, quale rafforzativo a chiusura dell'esortazione, si colloca la parola "ciucàtt"! nel mio dialetto il suffisso "att" è un po' come l'inglese "er", indica chi fabbrica/produce/si occupa di qualcosa, ergo ciucatt è chi si occupa di ciucche, ovvero sbronze, per usare l'italiano "assunzione smodata di bevande alcoliche". E pure qui siamo di fronte ad un quadro meraviglioso. Ciucatt è ciucatt... ti riconosco pure una certa perizia e certosina applicazione all'attività di inebriarti. E' una micropoesia. L'italiano "ubriacone" è di un volgare tremendo, non c'é paragone, non rende nulla. E' solo un'offesa.La desinenza "att" viene utilizzata quasi per tutto, pessatt è il pescivendolo, bagatt il calzolaio... fino ad arrivare al genitore di un mio caro amico che riferiva di aver portato la moglie a far visitare dal figatt, una sua personalissima ma quantomai efficace invenzione dialettale (in perfetta buona fede) della blasonata professione del ginecologo.... Adoro il mio dialetto... lo avevo già detto?