Kraken

Sarà che...


Mi accorgo che ultimamente mi capita di pensare al passato.Sarà che ho spento da poco le 43 candeline (metaforicamente, sulla torta erano due, un 4 e un 3, sennò c'era da chiamare un equipaggio dei pompieri, a titolo preventivo), sarà che ultimamente ho sistemato un po' di foto, digitali e non... sarà quel che sarà... ma ci penso.All'inizio mi sono spaventato... "azz!" - mi sono detto - "che ti succede? sei entrato nella fase dei tiricordichebeitempi?" poi mi sono tranquillizzato. Càpita, mi sono detto, alla fine è come quando arrampichi in montagna e trovi un buon posto per riposarti. Niente roba da bivacco, chiariamo, niente roba che ti fa venir voglia di accamparti lì fino a data da destinarsi, solo una di quelle belle sporgenze dove puoi appoggiare tutta la pianta dei piedi per prender fiato e dare un po' di requie ai muscoli indolenziti. Guardi in basso e dici "beh, di strada ne ho fatta" ma non è che ti fermi lì, alla fine lo sguardo è sempre verso l'alto... due sformaggiate di magnesia... e via che si riparte.Di cose me ne vengono in mente parecchie, sarebbe troppo lungo elencarle tutte (dù palle!) ma me ne vengono in mente due in particolare: quando ero alle elementari o alle medie mi capitò di studiare la civiltà greca. Ovviamente un'infarinata, di cui mi rammento spizzichi di dorici e bocconi d'achei... ma ricordo che quando vidi la foto della porta dei leoni di Micene... insomma, mi dissi che io un giorno ci sarei andato, e avrei fatto una foto lì sotto.Tra le foto che ho sistemato... un kraken orgogliosamente piazzato sotto la porta dei Leoni a Micene... con entrambe le braccia aperte. La prima vacanza in Grecia, con la fidanzata del tempo, la vespa noleggiata (senza fanale, senza contachilometri, che cambiava da quarta a terza da sola, rendendo ogni viaggio estremamente interessante, 'sta mignotta). era un Ottobre (di più di vent'anni fa), mare poco e solo nelle ore più calde, e la meravigliosa sensazione di aver raggiunto l'obiettivo, anzi, gli obiettivi di vedere con questi occhi tutte quelle mete che avevo visto sui libri, prima fra tutte la famosa porta dei leoni ma anche lo stretto di Corinto e il teatro di Epidauro, il Partenone... Una vacanza che mi ha lasciato un amore incondizionato per la Grecia e il popolo greco e una dipendenza gastroenterologica nei confronti del vino retsina, che lo bevi e senti l'uva e ti ritorna il profumo di pino, le olive Kalamata, la Skordalia (salsa all'aglio - fenomenale, puzzi per tre giorni come un tombino intasato ma ne vale la pena) lo Tzaziki (yogurt grassissimo greco, aglio, sale, olio e cetrioli spremuti... altro piatto divino) e tutte quelle belle e buone cose che si trovano là, dove nacque Omero, tre le quali non posso dimenticare una ospitalità a volte addirittura imbarazzante, che non la mangi, quella, ma ti riempie il cuore.  Sempre alle Elementari o alle medie lessi "gli imperi del sole" di Victor Von Hagen, uno dei migliori libri che abbia mai letto su Aztechi, Maya e Incas (che non erano i Maya arrabbiati). nello stesso periodo vidi alla TV un documentario di Jacques Custeau sugli squali che riuscivano a dormire fermi nei fondali di un'isola messicana. Tra le foto che ho sistemato un orgogliosissimo Kraken ai piedi della Piramide del Sole a Teotihuacan, con in mano un mezzo lime e nell'altra un bicchiere colmo di liquido chiaro. Erano le 10 del mattino e andavo già di tequila. Ayayayayayay! (tipico grido finale delle rancheras dei mariachis). In altre foto mi vedo a Chichen-Itzà, Palenque ed in altre locations del Messico.Non ho, purtroppo, alcuna foto della mia immersione a Isla Mujeres, dove andai a cercare gli squali che ronfano fermi... Non ne trovai neppure uno. Porcaputt!... una settimana dopo un mio caro amico (io ero già tornato in Italia) ne trovò tre. Bastardi. Ma si sa... sott'acqua chi non ha paura del Kraken? poveri squaletti. Però ho una foto meravigliosa che mi vede immerso nel mare fino all'ombelico con in braccio uno squalo nutrice (vivo) di due metri e mezzo. e gli do un bacio sulla testolina. Era in un recinto nel mare e c'era un messicano che per una mancia (dieci pesos) ti faceva far la foto con lo squalo in braccio. Per farti mordere dallo squalo nutrice devi infilargli le dita in bocca (ce l'ha piccolina) e dirgli che sua madre è una delfina di facili costumi (si incazzano tantissimo)... ma quando sono entrato e ho incrociato lo sguardo del pescione... beh... ti rendi conto che lì è lui il padrone... ti monta addosso un rispetto notevole, tradotto: la cagarella. Quando ce l'hai tra le braccia ti rendi conto della forza e della potenza di quell'essere primordiale, che con una sola codata ti potrebbe conciare male. E' stata una sensazione bellissima e terribile al tempo stesso. Tra parentesi: per il bacio allo squalo ho dato 20 pesos al messicano... adesso ho il dubbio di aver commesso induzione alla prostituzione ittica. Però il reato l'ho commesso all'estero e più di dieci anni fa... insomma... dovrebbe essere prescritto... poi sono reo confesso, dovrebbero darmi le attenuanti... lo squalo sembrava conseziente... sennò non potrei scrivere a dieci dita, no? Quel viaggio l'ho pagato caro, perché era il viaggio di nozze, e al di là dei paesaggi e delle esperienze di viaggio (che avrei potuto vedere e vivere da solo) non ho bei ricordi. Ci si mette poco a capire che il relativo matrimonio è durato poco ed è finito, che oramai son più di dieci anni. C'è di buono che nel viaggio di nozze sei in due... e pertanto hai un buon quantitativo di foto da solo (col cavolo che avrei mollato a chichessia la mia Yashica reflex, che tanto non la sai usare e mi fai le foto sfocate, pirla di un turista con la macchinetta usa e getta).  Mi mancano gli incas, e ad essere sincero... mi mancano un po' di cose... ma io sono il Kraken, sono il polipone (o piovraccia) che resta nel freddo dei fondali, aspettando il momento buono per uscire...prima o poi....