Kremuzio

Anno bisesto, anno funesto


Questo me lo sento come un post tipico da 29 febbraio, ovvero un giorno raro, uno di quei giorni che innanzitutto ti dice che devi lavorare un giorno in più, ma se poi ci pensi, comprendi anche che quest anno, notoriamente foriero di olimpiadi estive, è più lungo e porterai la tua età un giorno di più. E in questo 2012 ci servirà proprio, visto che ci sarà l’apocalisse. Tutto perché la Terra non è così precisa quando gira intorno al Sole.Questo preambolo non c’entra niente con quel che avevo in mente, ma serve a preparare la sensazione di stranezza che porto da ieri pomeriggio. Ecco cosa è accaduto…Alle 13 esco dall’ufficio puntualissimo e trafelato perché devo correre dal barbiere per la solita sfoltita stagionale. Non che abbia tutti questi capelli, ma da una parte crescono di più e dall’altra di meno. Sopra per niente tranne alcuni che riconosco ed ai quali ho dato dei nomi. Ma non vi dirò quali. Sono cose personali.La trafila, normale, mi vede sedermi allo scranno ed accomodarmi silentemente. Non sono uno che parla, anche perché non ce n’è bisogno, visto che saranno 50 anni che vado sempre dallo stesso. Ovvero la bottega è la stessa mentre gli artigiani cambiano ogni tanto per sopraggiunti limiti di età ed incidenti. Praticamente sto crescendo la seconda generazione. Allora mi metto seduto ed ascolto. Non si parla di donne (cosa che non accade dagli anni 70) ma solo di calcio, visto che domenica prossima c’è il derby calcistico, ed è tutto un rincorrersi di battute, previsioni e giocate alle scommesse, con consigli su eventuali martingale composte da squadre sconosciute dei più lontani paesi del mondo, dove non avresti mai pensato esistessero palloni di cuoio.Ed arrivo alla fine, dopo la sfoltita di rito delle sopracciglia, che se avessi avuto gli stessi peli un po’ più su, sarei considerato alla stregua di Little Tony. Fortunatamente me ne infischio ringraziando il cielo che è tutta una pubblicità ai miei ormoni. Ma non è questo il punto. E quello che è accaduto in seguito mi ha tolto il sonno. Mi alzo, apro il portafoglio e sgancio la solita banconota da 20 euro per il lavoro. Mi rimetto il giaccone e sto andandomene come sempre, quando vedo che il barbiere più anziano sta facendo qualcosa di strano con una penna. Lo vedo abbastanza impacciato, ma deciso. Si gira verso di me e con la sua mano agile e precisa che molte volte ha massaggiato e potato il mio scalpo, mi rilascia una ricevuta ed il resto.Cosa? Una ricevuta fiscale? Ma se sono quasi 50 anni che non me ne rilascia una? Non so se offendermi o trasecolare. Capisco che sta soffrendo nel suo intimo, e per questo faccio il signore, sorrido educatamente guardandomi nello specchio dopo essermi rimesso gli occhiali, saluto cordialmente e me ne vado. Nei due euro di resto quasi fior di conio, vedo inciso lo stemma del 150esimo dell’unità d’Italia. Ancora non mi era mai capitata fra le mani e la rimiro e comprendo che, forse, le cose stanno cambiando davvero. Butto un occhio subito fuori in strada per vedere se ci fossero appostati commandos di finanzieri o vigili urbani. Nulla. Sono sempre più pensieroso.Ed eccomi qua, ho tra le mani la ricevuta (ora so anche come si chiama di cognome il barbiere titolare!) che metterò in un posto sicuro, per ricordo di questo fine febbraio prima della fine del mondo. Un presagio?