Kremuzio

Genietto 16enne indiano risolve l'enigma di Newton


Lo so che molti di voi a 16 anni scrivevano sui muri frasi imbarazzanti o molto arrabbiate, graffiti osceni e poesie per la ragazza che aveva la finestra della sua stanza di fronte al muro imbrattato. Per un indiano non è così. Costui, il cui nome è Shouryya Ray, se vede un’equazione inesplicabile scritta sul muro, si ferma e la risolve. Un’equazione basilare che da 350 anni arrovella le menti dei più insigni matematici umani ed anche dei software di simulazione dei computer più potenti.L’interrogativo che si era posto sir Isacco Newton su come calcolare la traiettoria di un proiettile a seconda della gravità e della resistenza dell’aria (cosa che non impedisce ai fucilieri di colpire il bersaglio), era rimasto un rompicapo fino a pochi giorni fa. Ora si affaccia una nuova era per tutti noi. Ho tirato fuori dall’armadio la mia fionda preferita con una bella matassa di elastico a quadrelli ben ingrassato. Ed ora il vicino che fa rumore la notte non ha più scampo (per le cornacchie aspetto che si posino sull’antenna sul terrazzo di fianco).Ma torniamo a noi… Il giovane indiano trasferitosi in Germania da relativamente poco tempo (4 anni), e per questo pare che non parli ancora la lingua di Goethe, mentre stava studiando per un progetto scolastico, così per passatempo si è messo a lavorare su grandi perché della scienza, risolvendone uno, per non annoiarsi troppo. La scarsa dimestichezza con il parlato non sembra gli abbia impedito exploit scientifici teorici. Il “genietto” pare sia stato aiutato dal suo modo ingenuo di ragionare, tipico di un 16enne brufoloso che attacca il problema da parti che rimangono inesplorate dai cervelli adulti. Ad esempio pare che l’approccio vincente sia stato quello di calcolare come slacciare il reggiseno della compagna di classe che si trovava due file di banchi avanti a lui, tirando una pallina di carta masticata, soffiando dentro una penna bic senza refill, come se fosse una cerbottana. Cosa che tutti noi abbiamo fatto, guidati dal nostro istinto di cacciatore. Ebbene lui ci ha ragionato sopra ed è diventato famoso.Come al solito il merito spetta alla famiglia, in primis al padre, che gli ha insegnato il calcolo matematico fin da quando aveva sei anni. Instillandogli, come afferma, una vera fame per la matematica. La fame che l’ha spinto a cimentarsi nella tostissima equazione. Ecco la differenza. Mio padre mi insegnava a tirare i rigori all’angoletto ed a colpire con un pugno, dopo una finta, in un punto che non sto a dire, per togliere il fiato all’avversario. Per questo non diventerò mai famoso, almeno fino alla prossima rissa sanguinosa.Ora, oltre ad essere diventato famoso in tutto il mondo accademico matematico, pare che metà delle compagne della sua classe girino senza reggiseno, l’altra metà si faccia un doppio nodo ed un paio delle prime abbia tentato di sedurlo. Quindi, ormai famoso ed intervistato dai media, risponde alle domande più stupide, con la calma e la saggezza della sua razza, ed alla domanda se voglia migliorare in qualcosa, risponde che vorrebbe giocare meglio al calcio. Ecco, penso che se ci fosse stato ancora mio padre, gli avrebbe potuto insegnare a tirare i rigori all’angoletto…