Kremuzio

La nuova faglia


E’ lei la colpevole di tutto, a sentire le notizie. Semplicemente, mentre noi aspettavamo che le scosse di terremoto si affievolissero, come al solito, dopo la scossa principale, se ne ripetono altre quasi della stessa intensità delle prime. E questo ci rende ancora più impotenti, non potendo contare sulla nostra esperienza, sul già visto, e toglie la speranza che tutto possa finire presto.Ma cosa significa l’apertura di una nuova faglia? Una linea di faglia è semplicemente una frattura delle rocce create dal movimento di due masse rocciose. Come le crepe sul muro. Vengono provocate dallo spostamento di grandi masse continentali, che si muovono come galleggiando, lentissimamente, spostandosi ed andando a schiacciare quello che incontrano. A noi in pratica ci sta schiacciando l’Africa.Questo enorme continente si muove verso l’alto e ci sposta verso i Balcani, provocando fratture che si comprimono spostando le montagne ed il suolo. E questo si accavalla o si comprime piano piano, ed intanto accumula energia, come una molla. Se la molla viene rilasciata gradualmente ci saranno micromovimenti quasi impercettibili se non dagli strumenti. Se invece viene rilasciata improvvisamente, si ha un forte terremoto. E più l’energia accumulata è grande, più il terremoto è forte. Ed ecco i boati, lo spostamento d’aria, gli tsunami. I vulcani in pratica funzionano allo stesso modo. Se la lava esce piano piano con piccoli sbuffi di fumo, non da' fastidio a nessuno, anzi diventa un romantico spettacolo naturale, ma se si crea un tappo e c’è l’esplosione, allora è il disastro. Pompei ne sa qualcosa.Noi fino a poco tempo fa eravamo convinti che le faglie fossero sempre le stesse, a causare i soliti terremoti nelle zone geografiche di sempre, e burocraticamente sappiamo se dobbiamo rispettare le regole antisismiche costruttive oppure no. Questione di risparmio. Chi ce lo fa fare a costruire un capannone antisismico in una zona non sismica? Che poi la storia dei capannoni che crescono come funghi è un’altra anomalia italiana per ricevere fondi europei, ma questa è un’altra storia…http://csi.rm.ingv.it/catalogo/doc10/Stampa-Poster.pdfEd ecco la notizia che le mappe sono da rivedere, almeno quelle ad uso dei burocrati, che pare che l’Istituto di Geofisica sappia benissimo che nuove faglie significano nuovi problemi. Nuovi e confondibili. Ci basiamo troppo sulle statistiche, quelle stesse che ci dicono che se in una zona non ci sono scosse forti da 500 anni, stiamo sicuri. Invece non è più così. Ormai dobbiamo aspettarci deroghe a queste regole, a queste considerazioni, e tenerci pronti, semplicemente facendo in modo che tutte le abitazioni più vecchie, poste nelle vicinanze di zone sismiche, vengano ristrutturate affinché possano resistere per un po’ di tempo, o per tutto il tempo possibile alle scosse improvvise. Questo dovrebbe essere l’obbligo morale per impedire che si tolga il sonno ai cittadini, che ogni piccolo movimento tellurico provochi terrore in chi non si trova all’aperto. Non si può andare avanti con questo clima di paura frammisto al voyeurismo dell’informazione, alle maratone dove tutti dicono le stesse parole, esperti e meno esperti, che mostrano i soliti lampadari che ballano, le solite vecchiette sotto la tenda che hanno visto gli orrori della guerra, i primi piani dei mattoni spostati. O forse è proprio questo che vogliamo vedere?Non ci rimane che affidarci a Sant’Emidio, protettore dei terremotati…