Kremuzio

Lolita


Ha compiuto 50 anni e forse sta entrando in menopausa, ma il fascino che sprigiona, malizia pura ad uso del maschio adulto, continua inalterato ed inossidabile. Un mio amico qualche giorno fa mi chiese “Stè, ma capita anche a te che più invecchi e più si abbassa la soglia di età della donne che ti piacciono?”. Ho pensato lungamente alla risposta, e sinceramente risposi "no, anzi...", però considerando il fatto che quell’amico ha una ventina di anni meno di me, beh, lo scontro generazionale ci può stare.
Dalla storia di Nabokov, storia maledetta seppure castigata nelle descrizioni, traspirano atmosfere torbide che colpiscono direttamente la mente maschile. Il film di Stanley Kubrick, di cui si festeggia proprio in questi giorni il 50esimo anniversario, era lo stesso pregno di un palpabile disagio che ingabbiava il protagonista, circuito e pilotato dall’adolescente bellissima e maliziosa che lo porterà a divenire un fantoccio senza vita propria. L’arte del grande regista, cerebrale e perfetta nel meccanismo della storia, del quarantenne professor Humbert che quando incontra la dodicenne Dolores, sposerà la madre per esserle vicina, per rivivere la sua prima storia affettiva di quando aveva 13 anni. Ridiventa ragazzino, come spesso accade agli uomini quando incontrano donne più giovani. Ricorda un po’ anche la storia del vecchio professore Unrat nel film L’angelo azzurro che impazzisce quasi per Lola Lola impersonata da Marlene Dietrich. La solita storia, oseremmo dire.
Alla fine, l’annichilimento del maschio che pensa di rivivere una seconda ed ultima giovinezza, sembra la soluzione più scontata, l’unica, poiché con la natura e col tempo devi fare sempre i conti. 
Poi il film del 1997 di Adrian Lyne, con Jeremy Irons, sembra sottolineare ancora di più il decadimento intellettuale e morale, il salto nel buio del protagonista maschile, come al solito di fronte ad una splendida fanciulla che sembra ancora più vogliosa di conquistare il mondo, ma non capisce che poi, nonostante tutto, sarà anche lei a rimetterci. Ma con le lolite mi ci sono scontrato un paio di volte nella mia vita. E non è stato un bello scontro, in quanto non sai come comportarti. La società dice che ne devi stare alla larga, che si scivola nella pedofilia, che si rischia di considerare segnali in modo diverso da quello per i quali sono stati lanciati. E rimani lì, bloccato, indeciso, e lasci perdere anche se gli ormoni, i messaggi che sembra tu abbia recepito ti spingerebbero a seguire quella malizia che riscontri ma che probabilmente non è così. E non fai nulla, l’indecisione si tramuta in una fermezza ed in una elaborazione dell’accaduto. E capisci che probabilmente la malizia da parte di quelle ragazze c’era, probabilmente per un sottile gioco di potere che non avrebbe portato a nulla se non a divertirsi un po’. Potere, già, sembra solo un esercizio di potere in un’adolescenza che può risultare frustrante per le giovani menti obbligate a fare tutto quello che dicono loro i genitori, gli insegnanti, mentre in loro il corpo e la mentalità cambia e si evolve. E gli uomini ne escono male, indecisi, incapaci, oppure al contrario violenti, ma sempre sbeffeggiati e derisi per la loro mancanza di forza di volontà, per aver ceduto alle lusinghe della gioventù, del ricordo, dei primi sentimenti ed amori che sembrano dimenticati ma che non si assopiscono mai.Lolita è un’icona, magari non esiste se non nella letteratura, ma è un’immagine forte che nel mondo viene sfruttata di tanto intanto, in quanto è sempre presente nel cervello maschile.