Kremuzio

Non con l'oro ma con i ferri si libera l'uomo


Questi due maschiacci sono Arne & Carlos, due stilisti norvegesi, molto particolari, che stanno combattendo una crociata a favore del lavoro a maglia. Loro sono specializzati proprio in questo, e le loro creazioni sono tessute proprio in questo modo, con i ferri ed il gomitolo. Non credo siano fatte proprio con le loro mani, nonostante le foto li ritraggano sempre seduti composti ed allegri come le nonnine di una volta.
 Ecco uno dei loro bellissimi lavori, molto utili per chi soffre di sinusite:
Però scherzi a parte, li invidio. Mi piacerebbe lavorare a maglia, e sì che ci ho provato. Avendo zie sarte e nonne sferruzzanti (di cui una completamente cieca che faceva lavori incredibilmente precisi), con le quali passavo lunghissimi pomeriggi invernali, ci hanno provato un sacco di volte ad insegnarmelo. A cominciare dall’uncinetto. Ero bravissimo a tessere cordicelle lunghissime. Se non altro la base l’avevo imparata. Però poi non sapevo cosa farci con quei fili intrecciati. Allora sono passato ai ferri, dopo un tirocinio lunghissimo a trasformate i gomitoli in quelle ciambellone che si creano con le braccia in avanti e movimenti ondulatori ripetuti. Anche al contrario, da ciambella a gomitolo con quella specie di giostra di legno a braccetti elongabili. Molto ipnotica.Allora mi mettevo seduto, con i gomiti stretti n vita e gli avambracci semovibili, ed i ferri incastrati per esser solidali con i miei arti. Si prendeva un filo di lana o chissà quale materiale e si passava tra le dita di una mano senza far cadere il ferro corrispondente e senza ciecarsi un occhio. Poi con una specie di saluto si formava un cappio attorno alle punte incrociate e come un macellaio che affila due coltellacci simultaneamente, si dava il via ai giochi. Ed a quel punto il mio cervello si rifiutava di funzionare.Me ne sarei accorto in seguito, che non ho la capacità di ragionare e visualizzare in 3 dimensioni, seppure essendo bravissimo nelle due. E non capivo il giro del filo e come incrociare i ferri ed avere contemporaneamente l’immagine del lavoro in mente. Terribile. E mi venivano dei gran mal di testa. Però era strano che quando riparavo le reti da pesca di mio padre, con un nodino riuscivo a farlo. Forse il segreto stava nella trasposizione dalle 3 alle due dimensioni. Anche quando mi si poneva di fronte un garbuglio di fili elettrici incasinatissimi, magari lo facevo in due-tre giorni, ma alla fine ci riuscivo. Ma avevo sempre pensato che fosse comunque una peculiarità tutta femminile quella del lavoro ai ferri. Forse il problema era dovuto ai gomiti, che il mio corpo influendo sulla mente li voleva staccati dai fianchi. Chissà?  Allo stesso modo vedevo e vedo ancora la differenza tra i sessi nel percepire le strade e la topografia, il senso di orientamento e le direzioni stradali. Per questo noi maschi non chiediamo mai dove si trovano le strade che stiamo cercando, perché con una mappa ce le troviamo da soli! Sempre che non ci siano tunnel o cavalcavia, allora entro in crisi.Ad essere sincero avevo un compagno al liceo che si vantava di fare lunghissime sciarpe rosse (erano gli anni 70) ma il suo segreto era una macchina per la maglia che funzionava come un telaio per tessitura che faceva un rumore metallico come un treno regionale. Comunque lui millantava abilità tessili per rimorchiare le compagne.Ben venga quindi l’opera dei due stilisti scandinavi, che scrivono libri e tengono conferenze e seminari sull’argomento per istruire gli uomini. E sarei molto deluso se scoprissi che i due sono gay e che organizzino questi incontri per rimorchiare…