Kremuzio

Sally Ride, ultimo lancio


Scommetto che a tutti, pensando a Sally Ride, la prima donna Americana ad andare nello spazio, venga in mente la cosmonauta russa Valentina Tereshkova che nel 1963 fu la prima donna ad essere lanciata in orbita con la navicella Vostok 6. Ci vollero 20 anni per la Nasa, perché con la missione shuttle STS-7 si decidessero ad inviare un’astronauta donna. Giusto un anno prima i russi inviarono la loro seconda, e forse fu questo a spingerli al grande passo.
E sì che partire con lo Space Shuttle non esigeva tutta questa particolarità. Bastava essere in buona salute e non più un atleta come nei lanci con i razzi vettore "normali", che accelerano troppo e ti fanno stare rinchiuso in una scatoletta sballottato e schiacciato dalla forza di gravità. Fatto sta che il grande John Glenn ci fece il suo ultimo viaggio a 77 anni (ora che ci penso, il nostro, ora ne ha 91…).
Sally ride è morta ieri, a 61 anni per un cancro al pancreas. E ci rimane di lei un ricordo poco marziale, poco eroico, da un certo punto di vista: un sorriso e tanta grazia, ben lontani dallo stereotipo della rude donna dello spazio. Lanciata il 18 giugno 1983, in una missione di sei giorni, fu impegnata nella messa in orbita di due satelliti per le telecomunicazioni e per il recupero di un piccolo satellite scientifico. 
In un’intervista per il 25° anniversario del suo volo, ha raccontato  delle grandi aspettative che le furono incollate addosso come prima donna. L’entusiasmo lascia però il posto alla professionalità, almeno così pensiamo, considerando che ormai l’astronauta è un professionista, specializzato in alcune attività che deve svolgere, in orbita, nel migliore dei modi. E questo lei fa per 343 ore complessive, in due viaggi, a gravità zero. La seconda volta, un anno dopo, le fanno guidare il braccio robot del Challenger per posizionare nel punto giusto un satellite di osservazione. Non c’era ancora la ISS, di cui venne iniziata la costruzione 15 anni dopo,  e tutto il lavoro si svolgeva a bordo della navetta. Sarebbe dovuta essere spedita nello spazio per la terza volta 4 anni dopo, ma la tragedia dello shuttle Challenger nel 1986, esploso alla partenza, annullò il volo. In quell’esplosione persero la vita due donne: Christa McAuliffe e Judith Resnik
 Si dimise nel 1987 e svolse incarichi scientifici in un centro per il controllo degli armamenti e per gli studi spaziali, quindi si dedicò ad un’attività di propaganda presso i giovani per invogliarli ad intraprendere studi scientifici, inseguire le proprie passioni e poter poi in futuro avviarsi a carriere indirizzate ai viaggi spaziali. Ha collaborato alla stesura di sette libri rivolti ai bambini, ed ad organizzare un programma per far scattare ai bambini foto della superficie lunare tramite un satellite orbitante attorno la Luna.Sposata ad un astronauta, Steven Hawley, ha poi divorziato in seguito. Dicono di lei avesse avuto la capacità di comprendere l’essenza delle cose e di coinvolgere le persone per intraprendere obiettivi importanti, e fu simbolo di un certo modo di essere una donna forte che spinse una generazione di ragazze a dedicarsi ad attività che sembravano essere prettamente maschili…Ah! Oggi è pure l’anniversario della nascita di una grande donna, l’aviatrice Amelia Earhart, prima a trasvolare in solitario l’oceano Atlantico nel 1932 col suo aereo Lockheed Vega. Un mito!
 
un mio vecchio post sulle donne nello spazio