Kremuzio

Siamo tutti comunisti...


La cosa che mi fa più rabbia della crisi, è che è servita a dare importanza ad un concetto che, naturalmente, non ne ha. Quello dei soldi.C’erano anche proverbi antichi che lo sottolineavano, mettendo in evidenza, di volta in volta la salute o la fortuna o l’intelligenza o l’astuzia, addirittura il lavoro e la famiglia. Anche l’amicizia, come valore era in prima linea. Invece ora ti accorgi che se non hai i soldi stai male, anche se hai una salute di ferro, una famiglia ed amici che ti adorano, un lavoro che non ti stressa ed ogni tanto vinci alla pesca di beneficenza della parrocchia. Perché, in tempi di crisi, non pensi all’adesso, ma al domani. Allora ti immagini un futuro prossimo con qualche malattia (chi mi darà i soldi per curarmi visto che lo stato non ce li ha?), con possibili problemi in famiglia (e se dovessi divorziare e mi costa un sacco di soldi l’avvocato? E se i figli non trovano lavoro?) , gli amici che ti danno da pensare (e se non riuscissi ad aiutare un amico che conta su di me?), il lavoro che non va (e se fossi costretto a chiudere? E se mi licenziassero?), e la pensione che mi faccia vivere con decenza da vecchio ce l’avrò mai?. Se entri in questo loop di pensieri, la notte non riusciresti a dormire, perché la crisi ti ha tolto la speranza e la calma.Anche nei discorsi di tutti i giorni con amici e colleghi capisci che stanno/stiamo peggio di quanto non sembri. A partire dalle spese aumentate per la casa e per aver tolto le spese voluttuarie. In molti li vedi che vengono al lavoro in bicicletta per risparmiare più che altro sulle assicurazioni, piuttosto che sul prezzo della benzina. I vestiti diventano un po’ più lisi o hanno colori improbabili che fanno capire che sono stati acquistati sulle bancarelle e sono stati fatti in Cina.Anche quelle persone che hanno fatto della vita a basso profilo uno stile di vita, cominciano a lamentarsi. Magari solo per il cibo, più che per altro. Per non parlare di chi ha davvero problemi cl mutuo, che ha perso il lavoro, che ha una famiglia numerosa, e che ha una malattia che gli costa un mucchio di soldi in medicine o solamente ticket.Allora penso che, in pratica, nonostante il nostro attaccamento alla libertà, al liberismo, all’economia, e per quanto possiamo stimare o ammirare o semplicemente invidiare tutti quei ricconi adorati dall’informazione pubblica, satura di gossip e di semplice vuoto mentale, siamo sotto sotto tutti comunisti.
Di quel comunismo tanto vituperato, quello del blocco dei paesi collegati all’Unione Sovietica, per intenderci, dove di Libertà ce n’era poca e vivevi immerso nell’esercizio dell’adorazione dello Stato ateo e sociale.Ma che si prendeva cura di te.Ed è di questo che, in fondo, abbiamo bisogno. Che lo Stato ci permetta di vivere in una casa, anche non nostra, ma accogliente, economica e sicura. Che ci accompagni educandoci, anche col rischio di studiare male la Storia, che anche da noi, adesso, viene modificata a seconda delle mode politiche. Con l’istruzione gratuita, con gli aiuti a chi vuol mettere famiglia, con un lavoro anche pesante ma sicuro, che non ti licenzi perché il padrone decide di smontare tutto e ricostruire in un altro continente. Che ti dia trasporti economici e veloci, e magari una libertà negli spostamenti con la tua auto famigliare e con la benzina a prezzi politicamente bassi. Che se qualcuno si arricchisca fraudolentemente, peggio se facente parte della casta politica, la paghi esemplarmente. Che se stai male tu possa andare in un ospedale pubblico ed essere rimesso a posto con decenza, senza attese. Magari pagando un ticket, ma piccolo. E quando sei stanco del lavoro ti faccia vivere con allegria, dandoti quel poco in più che ti consenta di star bene gli ultimi anni che ti restano da vivere, fermo restando l’erogazione dei servizi.Dite che basterebbe pagar le tasse tutti quanti per avere tutto ciò? Non credo. La rivoluzione di un nuovo stato sociale va ben oltre. E necessita di un cambio radicale a partire dai nostri rappresentanti, dal nostro stile di vita, dal lavaggio del cervello che ormai sarà difficile da risciacquare. E dal concetto di denaro. Che tornasse ad essere “lo sterco del diavolo”…