C’era un tempo in cui la previsione meteo era politicamente scorretta. Il giorno prima delle elezioni, il Bernacca di turno preveggeva una giornata nuvolosa, con forse qualche pioggia e qualche sprazzo di sereno nel tardo pomeriggio. Praticamente sempre. Tanto a quei tempi le previsioni erano quasi sempre sbagliate e ci si fidava di più del callo della portinaia che sui satelliti. I grande cervelli elettronici si bloccavano non appena nello stanzone entrava una ragazza con le calze di nylon. Per le scariche elettrostatiche, mica per motivi pruriginosi… E li si perdonava, di cuore, tanto nessuno si fidava. Ed il risultato era che si andava lo stesso al mare a prendere la tintarella, che come al solito si votava d’estate. E le bugie meteo si raccontavano proprio per questo, per evitare che in molti, specialmente i meno giovani, se ne andassero sulla spiaggia, disertando le aule di scuola adibite a seggi elettorali.Oggi invece che la tenzone all’ultimo voto si svolge d’inverno, e particolarmente in una delle giornate più fredde, piovose e nevose dell’anno, un po’ ce ne siamo fregati delle previsioni che oltretutto si fanno più precise. Quindi, sapendo che ci saremmo bagnati nel tragitto che dalla porta di casa ci porta all’auto e dal parcheggio alla scuola (chi ci va a piedi con questo tempo?), siamo usciti lo stesso.Ma, quel che non è andato bene, e che non siamo andati al mare…
Tempo di elezioni
C’era un tempo in cui la previsione meteo era politicamente scorretta. Il giorno prima delle elezioni, il Bernacca di turno preveggeva una giornata nuvolosa, con forse qualche pioggia e qualche sprazzo di sereno nel tardo pomeriggio. Praticamente sempre. Tanto a quei tempi le previsioni erano quasi sempre sbagliate e ci si fidava di più del callo della portinaia che sui satelliti. I grande cervelli elettronici si bloccavano non appena nello stanzone entrava una ragazza con le calze di nylon. Per le scariche elettrostatiche, mica per motivi pruriginosi… E li si perdonava, di cuore, tanto nessuno si fidava. Ed il risultato era che si andava lo stesso al mare a prendere la tintarella, che come al solito si votava d’estate. E le bugie meteo si raccontavano proprio per questo, per evitare che in molti, specialmente i meno giovani, se ne andassero sulla spiaggia, disertando le aule di scuola adibite a seggi elettorali.Oggi invece che la tenzone all’ultimo voto si svolge d’inverno, e particolarmente in una delle giornate più fredde, piovose e nevose dell’anno, un po’ ce ne siamo fregati delle previsioni che oltretutto si fanno più precise. Quindi, sapendo che ci saremmo bagnati nel tragitto che dalla porta di casa ci porta all’auto e dal parcheggio alla scuola (chi ci va a piedi con questo tempo?), siamo usciti lo stesso.Ma, quel che non è andato bene, e che non siamo andati al mare…