E’ quasi primavera e scatta l’ormone. Inizia con i primi caldi la guerra dei perizomi. Non so chi vince e cosa si vinca, ma fatto sta che se ne vedono di tutti i colori. Letteralmente. A prescindere che non ho ben capito se questi siano comodi o scomodi. Quando vedo qualcuna seduta al bar, con quel triangolino di stoffa agganciato alla vita dal quale un filino tiratissimo si va a perdere in basso, non posso fare a meno di pensare ad un macchinario torturatorio, al filo che taglia la polenta. Ed inorridisco al pensiero. Non so se ho il diritto di sbirciare o no. Ritengo di si in quanto i colori sgargianti che spiccano sembrano fatti apposta per attirare l’attenzione, come un esca per il pesce affamato. Guardare senza abboccare. Lo sguardo si incolla come un puntatore laser per una bomba intelligente. Colori accoppiati stranamente, a volte stridono come un maglione di Missoni, altre volte sono di colori tenui o sparati in faccia al passante. Per chi si muove in moto, troppo spesso capita di aver distolta l’attenzione da motorini che trasportano sul sellino posteriore giovinotte abbracciate a ragazzotti che probabilmente sanno che chi sta loro dietro attira attenzioni e sguardi che vanno al disopra della targa e delle caratteristiche tecniche del motociclo. Forse lo fanno per non prendere multe quando passano col rosso. Poi ci sono quelle mutandine leggerissime dai colori pastello, che escono dai jeans con piegoline e danno l’idea di essere fresche e ariose oltre che pericolosamente trasparenti.
Mutande, ovvero la guerra dei perizoma (r)
E’ quasi primavera e scatta l’ormone. Inizia con i primi caldi la guerra dei perizomi. Non so chi vince e cosa si vinca, ma fatto sta che se ne vedono di tutti i colori. Letteralmente. A prescindere che non ho ben capito se questi siano comodi o scomodi. Quando vedo qualcuna seduta al bar, con quel triangolino di stoffa agganciato alla vita dal quale un filino tiratissimo si va a perdere in basso, non posso fare a meno di pensare ad un macchinario torturatorio, al filo che taglia la polenta. Ed inorridisco al pensiero. Non so se ho il diritto di sbirciare o no. Ritengo di si in quanto i colori sgargianti che spiccano sembrano fatti apposta per attirare l’attenzione, come un esca per il pesce affamato. Guardare senza abboccare. Lo sguardo si incolla come un puntatore laser per una bomba intelligente. Colori accoppiati stranamente, a volte stridono come un maglione di Missoni, altre volte sono di colori tenui o sparati in faccia al passante. Per chi si muove in moto, troppo spesso capita di aver distolta l’attenzione da motorini che trasportano sul sellino posteriore giovinotte abbracciate a ragazzotti che probabilmente sanno che chi sta loro dietro attira attenzioni e sguardi che vanno al disopra della targa e delle caratteristiche tecniche del motociclo. Forse lo fanno per non prendere multe quando passano col rosso. Poi ci sono quelle mutandine leggerissime dai colori pastello, che escono dai jeans con piegoline e danno l’idea di essere fresche e ariose oltre che pericolosamente trasparenti.