Oggi è mercoledì, e questo, per chi va a lavorare, a Roma, è giorno di tregenda. Fino ad un paio di mesi fa non era così, si circolava abbastanza normalmente, per un semplice motivo: le udienze papali che si svolgevano nella mattinata di questo giorno della settimana, non erano così ricercate, quando c’era Ratzinger. E noialtri lavoratori che viaggiavano verso il centro, non subivamo pesanti ritardi.Ora invece è cambiata la situazione. Il mercoledì diventa un giorno da leoni per chi viaggia verso il lungotevere. Il caos, seguendo il percorso che faccio io, inizia da Testaccio, o dalla Piramide, e già quella zona ti frena con una serie di passaggi pedonali con semaforo annesso per quei pochi padroni pensionati di cani che li portano a pisciare ai giardinetti. Due padroni e due cani = 2 minuti di ritardo.Ma il lungotevere, a ben vedere dall’alto e dalla carreggiata, è tutta una sinuosa striscia di asfalto e buche e mezzi sampietrini e tombini storti, che si svolge restringendosi ed allargandosi con un ritmo a sorpresa per chi non lo conosce, ma ben congruo per gli habitué.Ed acceleri e deceleri per colpa di chi vuole parcheggiare, uscire dal parcheggio, litigare, zigzagare, guardare le turiste eccetera. Ed inoltre, la cosa peggiore è che si riversano sulle stesse piccole strade, pullman di pellegrini. Tutti a vedere il nuovo papa! Ritengo che i viaggi organizzati per le udienze papali siano una delle calamità bibliche che più ci avvelena i polmoni ed il cervello. Non mi metto a pesare le tonnellate di CO2 e di polveri sottili emesse. Dovrebbe bastare la puzza e l’intasamento delle vie aeree che ci fanno tossire per tutto il giorno, a ricordarcelo.
Le maledizioni del mercoledì
Oggi è mercoledì, e questo, per chi va a lavorare, a Roma, è giorno di tregenda. Fino ad un paio di mesi fa non era così, si circolava abbastanza normalmente, per un semplice motivo: le udienze papali che si svolgevano nella mattinata di questo giorno della settimana, non erano così ricercate, quando c’era Ratzinger. E noialtri lavoratori che viaggiavano verso il centro, non subivamo pesanti ritardi.Ora invece è cambiata la situazione. Il mercoledì diventa un giorno da leoni per chi viaggia verso il lungotevere. Il caos, seguendo il percorso che faccio io, inizia da Testaccio, o dalla Piramide, e già quella zona ti frena con una serie di passaggi pedonali con semaforo annesso per quei pochi padroni pensionati di cani che li portano a pisciare ai giardinetti. Due padroni e due cani = 2 minuti di ritardo.Ma il lungotevere, a ben vedere dall’alto e dalla carreggiata, è tutta una sinuosa striscia di asfalto e buche e mezzi sampietrini e tombini storti, che si svolge restringendosi ed allargandosi con un ritmo a sorpresa per chi non lo conosce, ma ben congruo per gli habitué.Ed acceleri e deceleri per colpa di chi vuole parcheggiare, uscire dal parcheggio, litigare, zigzagare, guardare le turiste eccetera. Ed inoltre, la cosa peggiore è che si riversano sulle stesse piccole strade, pullman di pellegrini. Tutti a vedere il nuovo papa! Ritengo che i viaggi organizzati per le udienze papali siano una delle calamità bibliche che più ci avvelena i polmoni ed il cervello. Non mi metto a pesare le tonnellate di CO2 e di polveri sottili emesse. Dovrebbe bastare la puzza e l’intasamento delle vie aeree che ci fanno tossire per tutto il giorno, a ricordarcelo.