Kremuzio

Maschi contro femmine, il momento della violenza


Discutendo riguardo i vari femminicidi, ed in particolare sul secondo giudizio che ha ridotto la condanna di Parolisi dall’ergastolo a 30 anni, sono arrivato a conclusioni sulle motivazioni che spingono un maschio idiota alla violenza, che vi racconterò, e sulle quali sono certo mi darete torto marcio…A prescindere che chiunque commetta atti violenti su una persona sia secondo me mentalmente malato, specie se fatti ai danni di persone più deboli, mi sono da sempre interrogato sulle motivazioni che li portano a commettere insani gesti. Lasciamo perdere i motivi a monte, che di solito sono quasi sempre gli stessi: lui si innamora di un’altra e vuole sostituire la moglie ma non sa come fare per non sobbarcarsi sia le spese del divorzio o le critiche dei parenti; oppure lei se ne vuole andare e lui non ci sta. Queste sono gli inizi del meccanismo mentale che porta a pensare come annullare il problema, cancellarlo dalla faccia della terra. Ma il momento dopo il quale scatta la molla, il blackout neurologico che fa alzare le mani, troppo spesso armate dell’assassino? Secondo me deriva da una brutta abitudine che hanno le donne: quella di non riuscire a tenere la bocca chiusa quando a volte ce ne sarebbe stato bisogno.Molto spesso mi sono trovato a discutere con una donna, ma riesco a controllarmi, a dar fondo alle mie doti di diplomazia, ed anche se magari di cose brutte ne avrei da dire, me le tengo per me per non arrivare a limiti oltre il quale c’è il caos. Le donne no, a parte il fatto che si attaccano ad una frase, magari detta con leggerezza mille anni prima e da noi dimenticata, vogliono comunque portare il “dialogo” su posizioni a loro consone. Sappiamo bene che ci si rimette sempre a parlare con una donna perché sono più brave di noi a farlo. Hanno una parte del cervello, quella dedicata alla favella, molto più sviluppata della nostra. Per cui evitiamo di rispondere a tono. Non ce la faremo mai ad avere la meglio su di loro.Per cui se viviamo momenti personali che alla partner potrebbe fa sollevare un polverone di urla, frasi cattive, polemiche eccetera, glissiamo, non ne parliamo con noi, alla faccia del dialogo tra sessi. Dialoghiamo tra maschi, tra amici, o anche con un’amica con la quale non ci siano implicazioni sentimentali.Perché se ci scappa qualche parola che per le nostre partner è “di troppo” poi ce ne accorgiamo. Subito dopo la frase cala un silenzio in cui si sentono respirare i microbi; in cui gli echi delle ultime parole sfuggite rimbalzano sulle pareti delle stanze e si moltiplicano in strani effetti sonori, e subito dopo pensi “porc… ma che ca..o ho detto! Ora sono finito!” ed a quel punto lei parte come un treno al fischio del capostazione, e marcia, accelera, corre più della tav, senza mai deragliare, e ti prende in pieno, ti trascina ti fa a pezzi ti smembra. Tu vorresti sbattere la testa al muro, fracassarla, farne uscire le cervella, inghiottirle digerirle e rimetterle a posto, ma non ce la fai e ti prende la depressione e ti riprometti nella prossima vita di diventare gay perché tutte quelle polemiche ti bruciano, ti si ammalloppano come un magone alla bocca dello stomaco, ti prendono al sistema cardiaco, ti aumentano la pressione, i battiti l’ipertensione il mal di testa il pulsare nelle tempie il mal di pancia…Ma loro niente, continuano imperterrite a scavare la piaga con il pugnale di Rambo ed a metterci sopra sale e acido solforico, acetone e idraulico liquido, perché ti vogliono disintegrare.E capisco quando quelle persone violente che non riescono a ragionare, alla fine si fanno sopraffare dall’astio, dalla rabbia, e diventano assassini. Magari avessero contato fino a 100 e fatto un grande respiro, e se fossero usciti per andarsi a fare una passeggiata, non staremmo a parlare di questi tristi fatti. Invece scatta l’embolo, il momento di violenza assurda, di vigliaccheria, in cui vogliono fare l’uomo troglodita sputando addosso a migliaia di anni di evoluzione, perché vogliono avere l’ultima parola, quella definitiva, e subito dopo il silenzio.Lo dico sempre quando litigo con una donna: “tra me e te c’è una sola differenza, che io so quando devo rimanere zitto…”. Ed ora so di scatenare un polverone tra le mie lettrici ed amiche perché sono sicuro che non sono d’accordo, ma state sicure che avrete voi l’ultima parola!   Un mio zio mi ripeteva sempre: “evita di discutere con una donna…”