Kremuzio

Fetori


Le disgrazie non vengono mai sole. Prova ne è quel che è accaduto nel mio condominio, se di disgrazie possiamo parlare invece di sfortunati accadimenti. La storia comincia qualche giorno fa, quando rientrando una notte sento un vago odore di cadavere. Sniffando per il sottoscala, alla ricerca di una salma, trovo dietro una rete divisoria nel casottino dell’ascensore un topo morto per gli effetti delle esche velenose. Beh, il poverino, di una ventina di centimetri circa, giaceva espandendo il richiamo per mosche dato dal suo inizio di putrefazione. Le narici cominciavano a soffrirne, ma sapendo che un paio di giorni dopo sarebbero passati quelli delle pulizie a rendere lustre le scale (si fa per dire), vado a dormire tranquillo sei piani più in alto.In pratica però ormai dopo 5 giorni, il caro roditore estinto è ancora riverso in quel triste angoletto. La puzza arriva al terzo piano, e qualcuno cerca di ovviare spandendo orridi deodoranti spray economici nei vari piani, inutilmente.Ormai la puzza è tremenda. Nessuno di quelli che abitano a pochi metri dalla cameretta ardente ha osato buttarci sopra, se non rimuovere, i miseri resti brulicanti di bigattini. A questo punto, non so come facciano a resistere, visto che dei tre appartamenti nessuno ha mosso un dito. Io faccio solo pochi metri senza respirare ma poi non ci penso più. Loro invece ci vivono. Come quando si rompe l’ascensore e nessuno chiama l’assistenza. Come quando si brucia la lampadina ad un piano e nessuno chiama l’amministratore. Boh. Stavolta il topo morto non lo pulirò certo io. Al massimo ci porto un fiore.
Mentre stanotte, ecco che un’esplosione sorda che fa vibrare i vetri mi risveglia dal torpore del primo sonno. Attorno all’una di notte. Aspetto che arrivi qualche sirena. Ancora piccoli scoppi e cani che abbaiano. Penso a qualche piccolo attentato o a qualcuno che festeggi le corna che ha in testa in un orario in cui si dorme.Mi affaccio alla finestra e sotto la Luna ed una stellina luminosa si sente una puzza acre di plastica bruciata, forse di copertoni. In breve la terribile atmosfera urticante arriva a riempire il corridoio. Non sono il solo ad affacciarmi. Passa un camion dei pompieri. Mezzo condominio è affacciato e richiude velocemente le finestre. Sigillo subito avvolgibili vetri e porte. Comincia a far caldo ma per fortuna non ci sono zanzare in agguato. E’ difficile addormentarsi tra altri scoppi sirene ed un clacson che suona. Un paio di auto in fiamme a cento metri da casa. Oggi si vedono i danni, per fortuna non ingenti se non per i proprietari delle automobili.Ma che puzza!