Kremuzio

Ebola: torna la paura


Seppure cerchino di tranquillizzarci, l’epidemia di Ebola si sta avvicinando all’Europa, e questo fa sì che i media comincino a suonare le loro trombe. Finché il morbo rimane ben delimitato nei paesi del Centroafrica, noi europei  possiamo dormire sogni tranquilli, dall’alto del nostro menefreghismo. Dopotutto lasciamo che muoiano ancora per la malaria, una delle malattie più brutte e facili da debellare. Una pasticca costa talmente poco che con il prezzo di un antidolorifico si salverebbero una decina di africani. Ma questo è un altro discorso. Ora la paura si fa sentire per questo morbo nonostante, come ci vorrebbero far sentire tranquilli, non ci siano voli diretti tra i paesi in questo momento nel mirino dei virus (Guinea, Sierra Leone, Liberia e Mali) ed i nostri scali. Come se questa fosse una garanzia.Infatti ci sono voli diretti con Parigi e Londra, per cui l’allarme dovrebbe partire innanzitutto da quei paesi. Ma perché ancora non se ne parla troppo e non ci si terrorizza per benino? Semplice, perché non ci sono vaccini o cure che le case farmaceutiche possano venderci. Ricordate quanti miliardi sono stati letteralmente bruciati con la prevenzione della Sars e le altre aviarie provenienti dall’est, ma queste sembrano essere state mosse economiche relative all’industrie pollivendole. Che poi di semplice influenza si trattava, anche se, ad essere sinceri, una delle peggiori epidemie della storia era stata proprio un’influenza, la “spagnola” del primo dopoguerra con decine di milioni di morti.E questo è il problema, almeno per quel che capisco. Si tratta di un problema di anticorpi. Le influenze possiamo combatterle con quelli che abbiamo al nostro interno, e possiamo soffrirne dopo il contagio, ma siamo pronti al combattimento. Per l’Ebola è diverso. Intanto non si propaga per vie aeree, per fortuna, ma solo (così dicono) per contatto diretto con i malati ed i loro fluidi corporei, con animali infetti  ed anche consumando le loro carni. Poi al solito, sarebbe meglio togliere la buccia alla frutta, lavare bene la verdura e lavarsi le mani. Per fortuna basterebbe un’incubazione, un ghetto, un lazzaretto, per isolare i malati nel momento più virale, proprio per evitare il contagio (e lasciarli morire senza cure).La mortalità è altissima proprio per il fatto che non abbiamo anticorpi. Vengono uccisi tra il 50 ed il 95% degli infettati , dopo alcune fasi, come ci dicono gli esperti  “nella prima fase con febbre, dolori muscolari e malessere generalizzato, per poi progredire con manifestazioni emorragiche, alle gengive e alle congiuntive, con petecchie e travasi su tutto il corpo, per poi causare un'emorragia gastrointestinale e danni a tutti gli organi interni”. La forza di Ebola è quella di sovvertire il sistema immunitario, che non riesce quindi a reagire. “Le vittime del virus non riescono o non hanno il tempo di produrre anticorpi”.
Ma quanti rischi ci sono che il virus arrivi fino a noi? Con gli aerei, con gli sbarchi di clandestini? Un’altra paura razzista per innalzare mura altissime tra i continenti e guardare con paura la pelle nera.E speriamo che non prenda il sopravvento la parte paranoica, che ci vorrebbe poco a pensarci bene. A partire dal fatto che dicano, anche attraverso pellicole cinematografiche, che il virus abbia avuto origine nel laboratori di ricerca militari, pronti a sfornare nuove armi virologiche e batteriologiche. E poi ci sono le madonnine che piangono sangue, tipico dei malati di Ebola… Presagi? Profezie? Semplici paranoie? Staremo a vedere, sperando che invece che pensare a cose di secondaria importanza, tirino fuori il vaccino da distribuire gratuitamente nel continente nero.