Ci sono dei posti che mi rilassano ed al tempo stesso mi fanno venire in mente nuove idee, che mi massaggiano i neuroni ma al tempo stesso li spronano in un meccanismo creativo che mi porta ad inventare soluzioni per risolvere tutti i problemi dell’universo. Il primo posto è la spiaggia, forse per merito dello iodio, mentre il secondo, molto più fattibile in qualsiasi momento di tempo libero, è il negozio delle cazzatine cinesi.Avrete sicuramente presenti quegli empori in cui si vendono dai cacciaviti ai grattapiedi, dai reggiseni a forma di tigre alle scatole già rotte, dai magneti che non attaccano alla colla già seccata, dalle lampadine fulminate alle batterie ipercariche. Ecco, proprio quei bazar del gadget elettronico inutile e delle altre minuterie indispensabili. Quelli aperti tutto il giorno, notte compresa, ed anche la domenica, tranne l’unica volta che ti serve veramente, allora li trovi chiusi per chissà quale festività cinese.Mi ci dedico almeno un’ora alla settimana, e quando sono depresso anche due, visitandone diversi. Si vedono da lontano dato che sul marciapiedi accatastano cose ingombranti, dai vasi di plastica alle bandierine, dai tovagliati alle ceste. Cose famigliari per me che durante l’adolescenza aiutavo mio padre nel suo negozio di casalinghi, e spesso mi nascondevo nel suo enorme magazzino a fantasticare su come utilizzare tutte quelle cose di plastica in modi diversi, costruendo nuovi attrezzi, meccanizzando pupazzetti, trasformando accessori per la casa per nuovi utilizzi ed anche farmi una pennichella su una catasta di fogli di gommapiuma, in un silenzio di tomba ovattato dalle antiche mura, insieme alla gatta nera.E come allora mi accorgo che la enorme varietà di quelle chincaglierie da cartoleria, da ufficio, da ferramenta, mischiate con tutte quelle apparecchiaturine elettroniche dai prezzi bassissimi ti fanno sentire come un selvaggio del nuovo mondo all’arrivo dei conquistatori spagnoli. Al riflesso di tutti quegli specchietti tecnologici si rimane incantati, specie per cercare di comprendere come fanno a costare così poco, e dove si trova l’inghippo.
Cineserie e massaggio del cervello
Ci sono dei posti che mi rilassano ed al tempo stesso mi fanno venire in mente nuove idee, che mi massaggiano i neuroni ma al tempo stesso li spronano in un meccanismo creativo che mi porta ad inventare soluzioni per risolvere tutti i problemi dell’universo. Il primo posto è la spiaggia, forse per merito dello iodio, mentre il secondo, molto più fattibile in qualsiasi momento di tempo libero, è il negozio delle cazzatine cinesi.Avrete sicuramente presenti quegli empori in cui si vendono dai cacciaviti ai grattapiedi, dai reggiseni a forma di tigre alle scatole già rotte, dai magneti che non attaccano alla colla già seccata, dalle lampadine fulminate alle batterie ipercariche. Ecco, proprio quei bazar del gadget elettronico inutile e delle altre minuterie indispensabili. Quelli aperti tutto il giorno, notte compresa, ed anche la domenica, tranne l’unica volta che ti serve veramente, allora li trovi chiusi per chissà quale festività cinese.Mi ci dedico almeno un’ora alla settimana, e quando sono depresso anche due, visitandone diversi. Si vedono da lontano dato che sul marciapiedi accatastano cose ingombranti, dai vasi di plastica alle bandierine, dai tovagliati alle ceste. Cose famigliari per me che durante l’adolescenza aiutavo mio padre nel suo negozio di casalinghi, e spesso mi nascondevo nel suo enorme magazzino a fantasticare su come utilizzare tutte quelle cose di plastica in modi diversi, costruendo nuovi attrezzi, meccanizzando pupazzetti, trasformando accessori per la casa per nuovi utilizzi ed anche farmi una pennichella su una catasta di fogli di gommapiuma, in un silenzio di tomba ovattato dalle antiche mura, insieme alla gatta nera.E come allora mi accorgo che la enorme varietà di quelle chincaglierie da cartoleria, da ufficio, da ferramenta, mischiate con tutte quelle apparecchiaturine elettroniche dai prezzi bassissimi ti fanno sentire come un selvaggio del nuovo mondo all’arrivo dei conquistatori spagnoli. Al riflesso di tutti quegli specchietti tecnologici si rimane incantati, specie per cercare di comprendere come fanno a costare così poco, e dove si trova l’inghippo.