Kremuzio

Quando l’orrore è di stato


La notizia farà contente quelle poche persone che ancora vogliono la pena di morte, e schifati tutti gli altri, ma questo è accaduto poche ore fa in Oklahoma nel penitenziario di McAlester. Dopo anni di pausa tornano le esecuzioni in quel teatro, una doppia esecuzione. Comincia alle 18:30 con un’iniezione letale, con vittima, tanto per cambiare, un uomo di colore, Clayton D. Lockett, condannato per un brutale omicidio, ovvero per aver sparato ad una donna di 19 anni e poi averla uccisa seppellendola ancora viva. Sono i testimoni a raccontarci l’accaduto. Il prigioniero viene legato e gli viene iniettato l’anestetico, che sembra fare il suo effetto, ma quando inizia la somministrazione del primo dei due “farmaci” mortali, il corpo del disgraziato ha cominciato a muoversi, agitando piedi e mani. Poi ha iniziato a lamentarsi sempre più forte ed ha cercato di sollevarsi dal lettino.Immaginiamoci il caos. Prontamente medici ed inservienti hanno chiuso la tenda che ha subito coperto il vetro dove dall’altra parte c’erano i testimoni. Questi hanno ascoltato un urlo fortissimo con cui l’uomo ha esalato l’ultimo respiro, ucciso da un attacco cardiaco.E’ cominciata l’indagine da cui sembra che ci sia stata la rottura della vena con fuoriuscita sia dell’anestetico che del veleno. Poi capiremo meglio. Un fatto terribile che mette in risalto come anche quando si da una parvenza di umanità alle esecuzioni, queste siano sempre oscenamente terribili.In pratica la seconda esecuzione è stata rinviata di 14 giorni almeno, ed immagino come verranno vissuti dal reo in attesa.Ricominciano come al solito gli scontri tra i favorevoli ed i contrari alla pena capitale, nell’eterna diatriba tra queste due fazioni. Sembrerebbe facile dire “togliamoli di mezzo”. A chi mi dice che è favorevole rispondo sempre chiedendogli se sarebbe d’accordo con il fare lui stesso il boia. A questo punto non ascolto risposte. Che parlare di giustizia e giustizialismo è facile, ma trasformare le parole in fatti è difficilissimo. Quasi come la differenza tra il mangiare una braciola e lo sgozzare un maiale con un coltello poco affilato.Sto leggendo la storia romanzata di mastro Titta, il boia dello Stato Pontificio, che ha ucciso serenamente e con professionalità centinaia di ladri, assassini, grassatori, briganti e detenuti politici contrari al potere temporale di Pio IX. Costui raccontava con quanta grazia legava al collo il cappio della forca e quando apriva la botola con un salto si attaccava alla schiena del condannato per rendere più veloce e cristiana la morte. E con quanta maestria riusciva poi a tagliare gli arti e la testa da innalzare su di una picca per mostrarla come avvertimento alla popolazione.    Cambiano i tempi, ma lo schifo rimane.