Kremuzio

Carognate


Non si fa altro che parlare di Gennaro la carogna ed i suoi compari o sottoposti, e di come lo stadio sia diventato territorio di bande organizzate per motivi politici extraparlamentari o di camorra. E tutto sembra miscelato in una sapiente composizione di slogan, violenze e scommesse clandestine sfocianti nei vari calciopoli, così da darci un’immagine falsata dello sport.Aumentando il clima di tensione e di repressione si pensava di lasciare gli stadi privi di scontri e baruffe, anche se comunque entravano attraverso i tornelli chili di fuochi artificiali sotto forma di potenti mortaretti ed oggetti contundenti. Ma all’ingresso non possono passare gli striscioni. Come se facesse più male la penna del mortaretto.Quanto accaduto due giorni fa non è così strano. Dato che si capisce che se si lasciano gruppi di esagitati a circolare per le strade (i parcheggi intorno allo stadio non ci sono, e si deve fare un sacco di strada a piedi per arrivarci), le probabilità di scontri/incontri con individui della fazione avversa sono elevati.Ma basta che non ci si ammazzi all’interno dello stadio e si è tutti contenti. Poi fuori si può far di tutto, che le motivazioni diventano di natura delinquenziale standard.  Che poi siamo tutti d’accordo nel non voler ripetere tragedie come quelle dell’Heysel con tutti quei morti, ma anche se fosse, the show must go on, ed anche se ci fossero cadaveri caldi, la palla deve girare e rimbalzare comunque. Ed è forse qui il problema. I morti non contano prima della partita. Lo dicono gli arruffapopolo, caricati di potere decisionale in barba all’organizzazione ed alla decisione delle questure. Se poi i responsabili dei gruppi organizzati sono in più implicati in fattacci ben lontani dal mondo sportivo, meglio.Dicevano che in quella finale di tanto tempo fa sarebbe stato meglio non giocare, e dicono anche che, piuttosto che sottostare agli ordini di un camorrista, sarebbe stato meglio evitare la partita, ma non si è fatto. Sarebbe bastato poco per annullare la vergogna di quanto accaduto, almeno simbolicamente. Semplicemente le tribune, che di solito vengono descritte composte da brave persone, con la testa sulle spalle e con un altro concetto di civiltà, avrebbero potuto alzarsi ed andarsene, sottolineando quanto siano differenti dagli altri.Ed invece no, appecoronati, e solo capaci di parlare di parlare di parlare, e di esprimere inutilmente indignazione, perdendo un’altra occasione per fare la cosa giusta e non farci fare la solita ennesima figura con il resto del mondo.