A 60 anni dalla morte per suicidio di Alan Turing, padre dell’informatica, è stato finalmente passatlo il test che porta il suo nome. Praticamente il test si svolge con un dialogo per iscritto tra un uomo ed una macchina, in modo tale che l’uomo non può sapere se è la macchina che si finge umano o viceversa. Dopo 10 minuti di dialogo, se pensi tu stia discorrendo con un umano ed invece è un computer, allora possiamo dire che il test è passato. O meglio il test va ripetuto con un certo numero di persone, e si deve superare il 30% del non riconoscimento.Sembra facile, ma non lo è. I programmi di intelligenza artificiale finora hanno avuto degli enormi limiti: dopo qualche scambio di frase rispondono a cavolo. Più di una decina di anni fa partecipai ad un progetto in un videogame chiamato “Through the eyes of the girls, ovvero “attraverso gli occhi delle ragazze” (io facevo la parte grafica, animazioni, sfondi eccetera) in cui la partecipante al gioco doveva “rimorchiare” un ragazzo dialogandoci. Ovviamente il ragazzo era un programma di intelligenza artificiale. I dialoghi prendevano un brutto verso dopo 3-4 scambi di battute, ricevendo risposte anche surreali.Comunque si era ben distanti dal passare il test di Turing.Ora sembra che ci siamo.“Ciao, mi piacciono gli hamburger e le caramelle. E ho 13 anni. Mi chiamo Eugene Goostman”. Così esordisce il programma di Vladimir Veselov e Eugene Demchenko che ha ingannato il 33% degli umani sottoposti al test, per la prima volta durante l’evento organizzato alla Royal Society di Londra da Kevin Warwick, docente all’Università di Reading.
Finalmente passato il test di Turing!
A 60 anni dalla morte per suicidio di Alan Turing, padre dell’informatica, è stato finalmente passatlo il test che porta il suo nome. Praticamente il test si svolge con un dialogo per iscritto tra un uomo ed una macchina, in modo tale che l’uomo non può sapere se è la macchina che si finge umano o viceversa. Dopo 10 minuti di dialogo, se pensi tu stia discorrendo con un umano ed invece è un computer, allora possiamo dire che il test è passato. O meglio il test va ripetuto con un certo numero di persone, e si deve superare il 30% del non riconoscimento.Sembra facile, ma non lo è. I programmi di intelligenza artificiale finora hanno avuto degli enormi limiti: dopo qualche scambio di frase rispondono a cavolo. Più di una decina di anni fa partecipai ad un progetto in un videogame chiamato “Through the eyes of the girls, ovvero “attraverso gli occhi delle ragazze” (io facevo la parte grafica, animazioni, sfondi eccetera) in cui la partecipante al gioco doveva “rimorchiare” un ragazzo dialogandoci. Ovviamente il ragazzo era un programma di intelligenza artificiale. I dialoghi prendevano un brutto verso dopo 3-4 scambi di battute, ricevendo risposte anche surreali.Comunque si era ben distanti dal passare il test di Turing.Ora sembra che ci siamo.“Ciao, mi piacciono gli hamburger e le caramelle. E ho 13 anni. Mi chiamo Eugene Goostman”. Così esordisce il programma di Vladimir Veselov e Eugene Demchenko che ha ingannato il 33% degli umani sottoposti al test, per la prima volta durante l’evento organizzato alla Royal Society di Londra da Kevin Warwick, docente all’Università di Reading.