Kremuzio

Video osceno al 'Macro': è arte?


Non c’è bisogno di essere bigotti, ma c’è il rischio di trasformare una cosa bella in una visione oscena. Almeno così ha pensato chi ha chiamato i carabinieri l’altro giorno. Mentre si stava tenendo una festa al museo di arte contemporanea di Roma, il Macro, i trecento invitati alla prima nazionale del film "Vinodentro" di Ferdinando Vicentini Orgnani, erano tutti distratti dalle immagini giganti che scorrevano sul palazzo di fronte la terrazza dove si teneva la festa. Si trattava della video installazione di Daniele Puppi "Happy Moms". Praticamente era una serie di sessi femminili ripresi da molto vicino che si avvicendavano sull'edificio. Ora pensate ad una tale mostra di sessi giganteschi, da far precipitare qualche aereo fosse passato nelle vicinanze di quel palazzo in quella notte romana.Qualcuno del palazzo trasformato in tela per film a luci rosse ha però chiamato i carabinieri affinché venisse terminata la proiezione "oscena e pornografica". Le forze dell'ordine sono però arrivate quando il film era già finito e non hanno potuto fare altro che redigere un verbale, rilevando le generalità dell'artista e dell'organizzatore della festa. A qualcuno verrà in mente le scena del film di Tornatore "Nuovo cinema Paradiso", quando il film di Totò venne proiettato in piazza, sul palazzo di fronte per permettere a chi non era potuto entrare in sala, di assistere allo spettacolo. Ma non era il faccione di Totò a fare bella mostra di sé. Tutt'altro!L'opera era stata già visionata in altri luoghi, come il Maxxi, ma non le era stata fatta alcuna accusa di oscenità, ma c'è da dire che si trattava di esibizioni non così visibili, e forse riservata ad un pubblico che ha saputo riconoscere significati che andavano oltre alla mera diffusione di immagini di organi sessuali femminili. Puppi, seppure non contento di quanto accaduto, ha però detto "Parlano di pornografia e oscenità quando la mia opera è l'esatto contrario, una sublimazione. I carabinieri sono stati comunque gentili, facevano il loro lavoro. Ma in fondo va bene così. Mi dispiace per la censura, ma il mio lavoro ha anche lo scopo di creare una dinamica e in questo caso ha colpito nel segno".La direttrice del Macro afferma che aveva avvertito i condomini, ma che, non conoscendo i contenuti dell'opera, non poteva aggiungere particolari e tranquillizzare quanti avrebbero potuto turbarsi alla vista di immagini forti. Di certo, è stata fatta una grande pubblicità sia al museo che all'artista, e questo è di sicuro ciò che si attendeva e sperava.E’ meglio che non metta foto dell’opera artistica, ma potete andarvela a cercare, se certe immagini vi piacciono (dico principalmente ai maschietti), che se ce le mettessi rischierei la bannatura a vita! E poi ditemi se si tratta di oscenità o di una mostra di qualcosa di naturale e bello…