Kremuzio

El nebbiùn


Da queste parti non siamo abituati a certe cose… Se piove troppo si allaga tutto, se nevica un po’ si chiudono scuole ospedali, i motorini mettono le catene ed ai cagnetti viene fornito una piccola botte piena di vino rosso. Non si sa mai, le valanghe… Allora oggi apro la finestra e mi sembra di essere sulle Alpi. Dal sesto piano non si vedeva niente, tutto spento nel nulla, nella mancanza di definizione come un vecchio televisore rotto. Per fortuna si sentono le voci. Voci eccitate da una parte e canti di mondine dall’altra. Qualche spiritoso accende i fari gialli e le macchie luminose sfrecciano come fantasmi cinesi sulle strade che dovrebbero esserci là sotto ma non si vedono. I gabbiani sono visibilmente rassegnati a non volare e stazionano insieme a corvi e piccioni da qualche parte strillando un po’, ma non si vedono. I pappagalli probabilmente si saranno spiaccicati contro qualche palazzo, che quelli si sa, sono matti e corrono sempre troppo. Ma in strada l’apoteosi. La visibilità da 10-20 metri si abbassa se passi sul Lungotevere. Non si vede da una sponda all’altra, e se passi su di un ponte ti senti sperso e senza punti di riferimento. Magari qualcuno si sarà anche buttato di sotto sperando di cadere su montagne di ovatta. I più, quelli che girano con lo smartphone incollato, fanno foto al nulla, guardano lo schermo e si chiedono perché non si veda niente. A decine fermi  e parcheggiati su questi spazi sopraelevati bloccano quasi il traffico e si prendono i vaffa in HD di chi passa e va di fretta. Passando davanti al Cupolone, hai la strana sensazione che non ci sia più. Dai lampioni di via della Conciliazione al Nulla il passo è breve. Guardiamo tutti, passando, già sapendo che l’opera di occultamento è grandiosa. Ti aspetti anche che spunti la Madunìna da qualche parte là in alto. Lo so che tra un po’ passerà, per cui meglio non perdere tempo, ora faccio colazione con il panetùn ed un biccer di sgnapa e se ne andassero tutti a ciapà i rat!