Kremuzio

Turisti organizzati? Ahiahiahi!


Premetto che fino ad oggi mai nessun turista mi ha dato un solo centesimo, e quindi sarà per questo che non li sopporto... Ma qui a Roma ormai siamo accerchiati, asfissiati dal turismo. Pullman mezzo vuoti girano tra nuvoloni scuri di scarichi asfissianti sull'asfalto pieno di crepe. Traffico impazzito di martedi e mercoledi sul lungotevere per le attività del Vaticano, tipo raduni, udienze e benedizioni urbi et orbi. Frotte di umani che sembrano pecore che seguono una guida con una bandierina o un ombrellino o un pennacchio e che non guardano altro che questo simbolo di appartenenza al gruppo, e nient'altro, per non perdersi e mantenere il branco unito, calpestando zingare questuanti sdraiate in terra, scontrandosi con tutti quelli che camminano in senso contrario. Bloccano i semafori  per fare attraversare cento pecorelle che cercano di non smarrirsi, impaurite da qualsiasi oggetto si muova nel loro campo visivo. E così schiamazzano, ridono, fotografano, filmano, mangiano (poco), bevono (un'enormità), riempiono di rifiuti i pochi cestini facendoli diventare il centro di piccole montagnette di lattine, involti, pacchetti di sigarette (non è colpa loro se ci sono pochi cestini ed uno scarso servizio di pulizia). Poi acquistano schifezze che spacciano per souvenir, fanno la coda davanti bancarelle con statuette di Mosè, sanpietri illuminati, torridipisa sotto la neve, gondoledorate, cartoline con tutti i papi degli ultimi ottomila anni, padripii stigmatizzati, madriterese sorridenti, rosarietti fluorescenti che sembrano radioattivi, chincaglieria indefinita. Dopo pochi metri stuoli di africani cercano di venderti borse fatte a metà in Cina e metà a Napoli, occhiali da sole, cingalesi con pistole che sparano bolle di sapone, cinesi con giocattolini dalle musichette orrende ed ipnotiche. Alla minima goccia di pioggia, anche se uno di quei piccioni mutilati delle zampette, poverini, fanno un gocciolino di pipì, escono come per miracolo frotte di indiani/pakistani/cingalesi (mi dispiace, non so riconoscerli) dai loro negozi di frutta e verdura (ce n'è uno ogni 10 metri) carichi di ombrelli piegabili solubili in acqua, che ti offrono con insistenza la loro mercanzia perchè pensano sia gravissimo che uno si possa bagnare con la pioggia. Si offendono quasi se gli dici "no grazie". Un pomeriggio ho contato in una strada del centro, in circa 100 metri, la bellezza di 47 venditori di ombrellini, uno ogni 2 metri. Per sfregio giravo sotto la pioggia con una borraccia dalla quale mi spruzzavo acqua in testa ad ogni profferta dicendo "no grazie mi piace bagnarmi".I negozi, poi, un vero e proprio sconcio. Siamo riusciti a cacciare dai borghi storici tutte le botteghe artigianali per sostituirli con: pizzerie a taglio, ristorantini, spacci di lattine di bibita e kebab, negozietti di souvenir che vendono magliette delle squadre di calcio dell'Olanda e dell'Inghilterra, statuette africane, grembiuli osceni, calendari con preti che sembrano modelli gay, riproduzioni di balestre ed armi antiche. Praticamente tutta quella merda che si vende in tutti gli orribili negozietti di souvenir di tutto il mondo, che se per un attimo hai un capogiro non riesci a capire se ti trovi a Roma, a San Marino, a Berlino Atene o Riccione. Visto che non siamo riusciti a spostare in periferia i ministeri, i grandi uffici eccetra, perché non proviamo a spostare il Vaticano, il COlosseo e Trinità de' Monti? Comunque, mi basterebbe spostare i negozietti ed i turisti pecoroni... Ma il comune, lo so già, preferirebbe deportare i romani da enne generazioni, come il sottoscritto... sarebbe più facile, vista l'esiguità del numero rimasto!