Kremuzio

Dance attack, contro la paura


 Alcune dolorose notizie fanno più male di altre. Questa che ho ascoltato al giornale radio è una di queste, un centinaio di famiglie catanesi che negano ai propri figli di partecipare ad uno spettacolo danzante contro la mafia.In un certo senso li capisco. La paura è tanta e questo sta a significare che nonostante in molti abbiano avuto il coraggio di dire “no” e di cercare di cambiare le sorti della propria società, ancora troppi sono coloro che in queste atmosfere hanno paura. Si legge oggi che: “A poche ore dall'evento", ha detto il sovrintendente, abbiamo appreso che gli allievi di una scuola di danza di uno dei quartieri più a rischio della città hanno dovuto rinunciare a scendere in piazza su pressione dei genitori, che non avrebbero gradito il messaggio antimafia della manifestazione. Dedichiamo a questi cento ragazzi l'iniziativa di oggi pomeriggio. Rispetto ai tempi in cui in piazza non scendeva nessuno" ha aggiunto, "registriamo che oggi sono solo in cento a restare a casa, e per giunta costretti. E' una svolta storica". L’ottimismo è quasi sempre una cosa positiva: 100 su 2000 sono pur sempre il 5%. In percentuale possiamo dire che abbiamo il 95% di probabilità di non venire a conoscenza di persone simili nella nostra vita. Si parla di eroi quando qualcuno si rivela altruista al punto tale di gettarsi in mare per salvare qualcuno. Se si è sfortunati, mentre si sta affogando potremmo chiedere aiuto a qualcuno di questi facenti parte del 5%, ed allora possiamo anche annegare. La vigliaccheria a volte finisce quando si è insieme agli altri, e nessuno si sarebbe accorto di quei 100 insieme agli altri. Non è stato questo il caso.A meno che quelle 100 famiglie credono veramente che la mafia sia una buona cosa, che da’ loro lavoro e soldi. In questo caso allora possiamo indirizzare nei loro confronti un cenno di rassegnazione e l’augurio che potranno un giorno capire di essere nell’errore, magari quando un loro capo chiederà loro un favore, o se per un incidente qualche loro parente verrà preso a fucilate, ma non proprio per errore. Proprio come si diceva nel film “così parlò Bellavista” in cui parlando al funzionario della camorra che veniva in negozio a riscuotere il pizzo, gli diceva in pratica proprio questo “ma siete proprio sicuri di fare una bella vita? Per bene che vi vada vivrete sempre nella paura della polizia, per ben che vi vada, altrimenti  avrete paura che vi venga fatto fuori qualcuno della famiglia se non voi stessi, per uno sgarro.”.E speriamo che queste persone ci ripensino, proprio per il bene che vogliono alla propria famiglia, al futuro dei propri figli. Senza più paura.