Kremuzio

Meno ospedali più foresterie!


Funzionava dall’inizio del 1300 l’ospedale San Giacomo, posto alle spalle di via del Corso a Roma. Era un punto di riferimento per i cittadini del centro, che nelle sue stanze a volte fatiscenti però trovavano servizi ed apparecchiature di prima scelta. Era da poco che funzionavano macchinari modernissimi costati svariati milioni di euro sia per ricerche oncologiche che per i malati che avevano bisogno della depurazione del sangue. E dopo queste spese viene chiuso. Ufficialmente perché c’erano pochi “codice rosso” rispetto al totale, senza considerare che all’incirca le stesse percentuali venivano trattate anche dagli altri ospedali romani, che però non chiuderanno. Da indiscrezioni non troppo silenziate veniamo a sapere che i locali del prossimo ex ospedale, una volta restaurati, verranno adibiti a foresteria per i deputati. Bene! Un altro esempio di come si toglie ai cittadini per donare alle caste. Ovvio che quel bel palazzone in pieno centro storico non poteva far gola ai soliti pescecani palazzinari che tante soddisfazioni concedono al prestigio della nostra città. E non è che se ne senta molto parlare, per pudore o per vergogna? Solo per sfregio. Si stanno trovando nuove soluzioni al pronto soccorso, ai ricoveri, ai dializzati, per i medici ed i paramedici. Semplice no? Non è che sarebbe stato meglio trovare soluzioni all’ospitalità verso i deputati e le loro famiglie regalando loro un posto tenda in campeggi o sul greto del Tevere, dove allegramente i senza casa stanziali vivono in mezzo ai cespugli e cucinando simpatiche grigliate di salsicce? Basta scandali a base di prostitute, cocaina e deputati lontani dalle famiglie, specie ora che non si può andare alla ricerca di lucciole nei grandi vialoni urbani. Riuniamo le onorevoli mogli agli onorevoli mariti, così che non debbano più andare nei grand hotel.Il 20 prossimo a Piazza del Popolo alle 21 ci sarà un grande concerto di musica classica proprio per mettere in piazza questi problemi. Ma non c’è tanta pubblicità in giro di questo evento, tanto che ancora non ho ben capito se ci sarà Uto Ughi a dirigere. Ho sentito la notizia in una radio privata molto velocemente.Una bella botta per la sanità che fa il paio con la reimmissione del ticket. Stavolta di 3,5 euro. Non si pagherà per le ricette per bambini sotto i 6 anni ed anziani sopra i 70. Ma se rifiuterete il farmaco griffato per quello compatibile, allora non lo pagherete anche voi. Questo è un argomento da capire meglio. Dicono che i principi attivi siano gli stessi, e che cambiano solo gli eccipienti: ma allora perché non fanno gli stessi effetti? Aspetto qualcuno, malato cronico, in cura con lo stesso farmaco da anni, che affermi sinceramente di non aver trovato differenze negli effetti dei farmaci generici equivalenti. L’ho provato sulla mia pelle. Antiinfiammatori che non facevano passare il dolore, antibiotici che non ti curano in breve tempo. E ne ho parlato ai miei amici medici. Anche loro dicono la stessa cosa, suffragati dalla loro esperienza con centinaia se non migliaia di pazienti. E’ inutile che dicano che sono uguali, anche perché secondo i miei amici, le case farmaceutiche non sono obbligate a scrivere QUANTO principio attivo sia presente nei farmaci. L’obbligo che hanno è quello di metterlo. È come chiedere al ristorante una bottiglia di vino rosso di marca e vedervi portare, gratis, mezzo bicchiere dello stesso vino. Mi domando dove sia il guadagno per le casse dello stato, che non guarendo con le solite medicine saranno costretti a far aumentare le degenze negli ospedali. Si, le case farmaceutiche ci guadagneranno come al solito, come tutti i componenti della catena. E sempre al solito sarà l’anello più debole di questa catena, noi, che si spezzerà.