Raramente rimango colpito da una pubblicità, essendo diventato refrattario a messaggi commerciali, e considerando anche che non potevo essere io il destinatario del messaggio, in quanto non ne avrei mai acquistato uno, son rimasto piacevolmente sorpreso. Sorpreso era un eufemismo. Eccitato il termine giusto. Praticamente sono rimasto bloccato per quei due-tre secondi durante i quali sullo schermo era presente un grande, bellissimo, fantastico sedere di donna. Uno di quelli che se ne vedono pochi in giro, cicciotto, con un accenno di cellulite, pieno, tanto, ingabbiato da strisce bianche, eccitantissime.Lì per lì mi sono detto: meno male che si ritorna a quella parte del corpo che una volta era tanto cara a noi italiani. Basta modelle magroline dai seni enormi rifatti, basta modifiche plastiche costose per rendere le donne tutte uguali fra loro. A noi ci piace ancora il lato B, naturale. Certo che, dei vari push-up questo sembra essere il migliore, ma una donna così barbaramente costretta però corre il rischio, al dunque, di vedersi sciogliere e cadere come una candela. Un po’ come quegli uomini che si imbottiscono gli slip con ovatta. Lo farebbero per attirare le donne? E poi una volta andati al sodo cosa ci farebbero con quell’ovatta? E poi dicono che le donne guardano anche loro i glutei, maschili. Allora esistono questi indumenti di costrizione per tutte le zone erogene possibili, così che la società, nel pensiero dei pubblicitari debba essere una continua fiera delle vanità ed una messa in mostra di ammennicoli neanche fossimo nel quartiere a luci rosse di Amsterdam.Ma torniamo a noi. Non son certo immune a tali visioni, e per questo mi chiedo come possa essere stata per gli altri uomini questa improvvisa visione estatica. Ok sto esagerando, forse, ma il sussulto che mi ha provocato un tale bellissimo sederone potrebbe avermi provocato uno sbalzo di pressione pericoloso. Non vorrei che qualcuno, sensibile come me, magari con situazioni coronarie importanti possa restarci basito, se non restarci e basta.
Alza-glutei e non solo quelli
Raramente rimango colpito da una pubblicità, essendo diventato refrattario a messaggi commerciali, e considerando anche che non potevo essere io il destinatario del messaggio, in quanto non ne avrei mai acquistato uno, son rimasto piacevolmente sorpreso. Sorpreso era un eufemismo. Eccitato il termine giusto. Praticamente sono rimasto bloccato per quei due-tre secondi durante i quali sullo schermo era presente un grande, bellissimo, fantastico sedere di donna. Uno di quelli che se ne vedono pochi in giro, cicciotto, con un accenno di cellulite, pieno, tanto, ingabbiato da strisce bianche, eccitantissime.Lì per lì mi sono detto: meno male che si ritorna a quella parte del corpo che una volta era tanto cara a noi italiani. Basta modelle magroline dai seni enormi rifatti, basta modifiche plastiche costose per rendere le donne tutte uguali fra loro. A noi ci piace ancora il lato B, naturale. Certo che, dei vari push-up questo sembra essere il migliore, ma una donna così barbaramente costretta però corre il rischio, al dunque, di vedersi sciogliere e cadere come una candela. Un po’ come quegli uomini che si imbottiscono gli slip con ovatta. Lo farebbero per attirare le donne? E poi una volta andati al sodo cosa ci farebbero con quell’ovatta? E poi dicono che le donne guardano anche loro i glutei, maschili. Allora esistono questi indumenti di costrizione per tutte le zone erogene possibili, così che la società, nel pensiero dei pubblicitari debba essere una continua fiera delle vanità ed una messa in mostra di ammennicoli neanche fossimo nel quartiere a luci rosse di Amsterdam.Ma torniamo a noi. Non son certo immune a tali visioni, e per questo mi chiedo come possa essere stata per gli altri uomini questa improvvisa visione estatica. Ok sto esagerando, forse, ma il sussulto che mi ha provocato un tale bellissimo sederone potrebbe avermi provocato uno sbalzo di pressione pericoloso. Non vorrei che qualcuno, sensibile come me, magari con situazioni coronarie importanti possa restarci basito, se non restarci e basta.