Kremuzio

Coriandoli


Ripercorrere gli stessi luoghi dopo troppe decine d'anni, ti porta a rivedere momenti trascorsi ed a fare considerazioni, al solito, con nostalgia. Non è un tappeto di pezzetti di carta variopinta quello che vedo di fronte a me. A parte le cartacce e qualche sparuto spruzzo colorato, che non siano deiezioni canine, non vedo traccia del carnevale. Eppure oggi è l'ultimo giorno utile per i festeggiamenti dei bambini in maschera. Ricordo per le stesse identiche strade, quando "sfilavo" io. Avendo una zia sarta, questa preparò, per quei pochi anni in cui facevo davvero il bambino, un bellissimo costume da Peter Pan di cui andavo fiero. E tutti i giorni del carnevale mia madre accompagnava me e mia sorella (lei prima da cappuccetto rosso poi da Rossella O'Hara) per via Cola di Rienzo, a quei tempi coloratissima e piena di bambini. E' difficile descrivere quanto fossero pieni i marciapiedi di frotte festanti e chiassose. Quando ci si incontrava ci si sfidava a manciate di coriandoli profumati. Profumati per modo di dire. Avevano un odore tutto loro, si addensavano nei palmi sudaticci e si appiccicavano alla bocca quando ti arrivavano in faccia, con violenza. Non costavano poco, sempre per quei tempi, e si preferiva acquistarli "all'ingrosso" nei grandi magazzini. I cerchietti erano piccoli o anche grandi, che davano meno soddisfazione. Quando le bustine terminavano, noialtri li raccoglievamo da terra scegliendo dai mucchi agli angoli dei palazzi, dove rimanevano puliti come neve spalata. Non c'erano troppi problemi d'igiene, allora. Non si doveva strillare o piangere, pena una manciata direttamente in gola. Ho visto bambini strozzarsi. Avevo un nonno con un ufficio e relative segretarie. Ogni tanto la mia autarchia mi spingeva a svuotare quelle macchinette bucatrici di fogli che per me erano magiche catene di montaggio di coriandoli. Passavo ore raccattando i fogli di carta dai cestini (già allora riciclavo), specie quei rari a colori, e bucavo bucavo e rabboccavo la bustina delle munizioni. Una faticaccia! Poi c'erano le stelle filanti, cerchietti che ricordavano gli anelli di calamari fritti, ci soffiavi dentro tenendoli tra due dita, e volavano spirali di carta colorate addosso al malcapitato, quando andava bene. Raramente si riusciva nell'intento, mentre più spesso o partivano intere, o ti si spetasciavano sui piedi, forse per la poca potenza del soffio. Se stringevi troppo si sfasciavano e facevi una brutta figura. Bei ricordi... Quando mi si avvicinavano tra la calca di zorri diavoletti cowboys indiani paggetti principiazzurri e mi chiedevano se mi fossi mascherato da Robin Hood (andava di moda anche costui), ed io orgoglioso mostravo il pugnaletto di plastica e non l'arco e frecce e rispondevo "Noooo sono Piterpan!!!". Boh! Oggi non vedo mascherine e stasera finisce tutto... Mi sa che si travestono solo gli adulti, al giorno d'oggi, vuoi per ruoli sociali, che per quelli sessuali. In pratica i ricchi a Venezia, i trans nelle periferie e gli scambisti nei locali appositi. Poi c'è stato quello che con la maschera di Berlusconi se n'era andato a fare rapine, ma non sapeva che le leggi sull'impunità delle alte cariche dello stato con erano trasmissibili per via iconografica...