Kremuzio

Lezione di sesso a scuola? Siamo alle solite…


E come sempre, a causa del mancato dialogo tra genitori e figli, a rimetterci è la coraggiosa maestra di Novara. Bisognerebbe sapere cosa effettivamente abbia raccontato. Se è vero che abbia raccontato di piercing sui genitali e rapporti sadomaso, forse davvero sembra eccessivo per un pubblico di ragazzini di 10 anni. Ma se queste fossero state domande fatte proprio da alunni ed alunne? Non so se a dieci anni i ragazzi di oggi siano così scafati come danno a vedere, o forse scimmiottano solo il mondo degli adulti, quello che percepiscono. Dalla TV, forse. Ma se certe domande nascono spontanee al di fuori della famiglia, vuol dire che il dialogo al suo interno non c’è, o per paura o per mancanza di interlocutori. E poi aumentano le gravidanze indesiderate tra adolescenti e bambini. Vedi quello che è accaduto in Gran Bretagna dove hanno il record di ragazzine incinte. Lui 13 anni e lei 12: hanno un figlio. Penso che solo in Africa ed in India, dove lo sviluppo è più veloce, accadano queste cose, per tradizione e non solo per ignoranza. Ma se per la natura un corpo che riteniamo di bambini è pronto per la riproduzione, possiamo dire lo stesso per una maturità mentale? No di certo. Lasciamoli ai trenini ed alle bambole.Sono passati tantissimi anni, ma ricordo chiaramente il mio primo scontro con la sessualità a scuola. Avevo 7 anni, seconda elementare in una scuola di preti. Un bel giorno un mio compagno tira fuori un ritaglio di giornale a colori in cui una bellissima ragazza bionda, completamente nuda, era immersa nell’acqua marina azzurrissima e trasparente fino alle anche. La trasparenza galeotta lasciava ad intendere che la’ sotto dove si dividono le gambe c’era qualcosa di interessante. Non ho ben chiari i seni, che tra madre e zie che allattavano sapevo come erano fatti, ma là sotto c’era un mistero, ben diverso da quello che avevano le cuginette o me stesso. Ovvio che a casa non raccontai niente. Dovevo arrivarci da solo. Mi venne in aiuto un libro di medicina dove, seppur spiegando con particolari tutto lo sviluppo dell’ovulo dal momento del concepimento in poi, i disegni relativi alla zona magica erano simili a quelli delle bambole o dei manichini delle vetrine. Il velo si squarciò quando, in prima media, quindi sui 10-11 anni, un altro compagnuccio portò in classe una polaroid scattata da un suo cugino, a suo dire andato con una prostituta, messa in una posizione mai vista in nessun libro di anatomia o rivista patinata. Fu una folgorazione… Per decenza non racconto nei particolari la posizione, ma da quel momento capii. A casa non dissi nulla, ed un bel giorno mia madre, un paio di anni dopo si sedette in cucina e cercò di raccontarmi, usando metafore e parafrasi, come nascevano i bambini. Non capii nulla, ma mi aiutai con la figura della polaroid che avevo ben stampata in mente. Sapevo che un giorno mi sarebbe stata utile.Ma se avessi avuto qualcuno a scuola (eravamo tutti maschi, compreso maestri e professori, preti perlopiù) che avesse spiegato con chiarezza come quella maestra di Novara, forse sarei cresciuto con meno dubbi… Ma penso anche che mi sarei divertito di meno… Cercare le risposte giuste è stata un’avventura degna di Indiana Jones! Ma ora finalmente so che quando esco con una cicogna devo portarmi gli anticoncezionali che so usare correttamente in tutti i campi di cavoli del mondo!