Kremuzio

Le donne di paese e Rocco Siffredi


Le donne di Ortona e dintorni, qui vicino, sono diverse da quelle della città. Tanto per cominciare vestono scuro, con vestiti floreali o a pois, lunghi coprenti ma a volte con scollature inaspettate. Sono anziane, e se confronti con quelle che conosci, in città, potrebbero avere 100-120 anni, piene di rughe sulla pelle cotta da anni passati in campagna. Ora non portano fardelli in bilico sulla testa, e qualcuna guida anche delle vecchie panda arrugginite. Sembrano tutte vedove, così nerovestite. A volte si intravvede sotto la gonna un orlo merlettato bianco, e calzette contenitrici pesanti, anche se fa caldo. Ed il troppo sole non  dà fastidio loro. Al massimo passano un fazzolettone sulla fronte, più che altro come vezzo. Non sembrano sudate, e qualsiasi sofferenza potrebbe passare oltre. Non si lamentano ma a volte le vedi con gli occhi lucidi, immersi in una ragnatela di rughe. Occhi chiari, intelligenti, che se ti scrutano ti leggono dentro. Qualcuna di esse è una strega. Le ho viste a volte cercare il malocchio in piatti con acque ed olio, Fare gesti con occhi di pecora e capelli, legare amanti con nastrini e chiodi su frutti maturi. Poi vanno in chiesa per mezz'ora di santo rosario. Poi la Messa e la Comunione, sempre. Sono sempre le stesse, tutte alte uguali, e si sventagliano velocemente con un'arte impensabile al giorno d'oggi.Di sera vanno in spiaggia, con i nipotini, o da sole. Si tolgono gli zoccoli ed entrano in mare, tirando su la sottovesta merlettata e bagnandosi fino ai polpacci. Sembrano muscolose, mai troppo grasse: hanno lavorato troppo nei campi per esserlo.A loro piace la compagnia. Si riuniscono per giocare a carte. Scopone o tressette o scala 40. Parlano dei nipoti, dei figli che lavorano, delle nuore o dei generi. Qualche volta parlano male degli esclusi, ed al massimo organizzano visite ai santuari insieme al parroco. Non le ho mai viste litigare, od usare parole volgari. E neanche seguono troppo la televisione nei suoi programmi peggiori. Non parlano degli amici della De Filippi. Strano! E hanno dei bei nasi, non si fanno stirare le rughe, e non hanno le labbra gonfiate da materie chimiche. Si muovono nervosamente e si tirano su i capelli in crocchie o altri strani camuffamenti bloccati da migliaia di forcine nere. Qualcuna osa tingersi i capelli bianchi, ma gli inconsueti colori la fanno additare come poco di buono dai vecchi che bestemmiano nei bar giocando a tressette. Vanno a letto presto e si svegliano quasi prima di addormentarsi. Per loro il tempo è più relativo del mondo che hanno intorno. E quando fa giorno vanno a prendere le uova. Una di esse, quando ero bambino, me ne portava uno tutte le mattine. Era caldo, pulitissimo, bianchissimo. Sembrava profumare anche se sapevo da dove era uscito. Veniva preso in consegna da mia nonna che lo sbatteva in una tazzona con un po' di zucchero, con tanta foga per molti minuti. Aveva un sapore che non ho più provato in seguito. Le donne giovani sono scure, alcune biondissime, e tutte hanno degli occhi molto belli. Si riconoscono subito dalle immigrate del'Est che non hanno il fascino e la bellezza delle locali. Le ragazze invece sono tutte uguali, sembrano ragazze di città, vestite con jeans a vita bassa, un po' cicciottelle e con i capelli che le coprono un occhio. L'unica differenza sembra che sia quella di non indossare perizomi. Probabilmente i genitori non vogliono.Quando passeggio per le strade del paese, tra le lapidi sui palazzi più antichi leggo tutti nomi sconosciuti. Lo ammetto, sono alla ricerca della targa del loro concittadino più illustre nel mondo. Mi aspetto che ci sia scritto: "Questa casa vide i natali e le prime trombate di Siffredi Rocco. La cittadinanza e le donne, grate, questa targa posero".