Kremuzio

Come un uomo sulla Terra


Questa è una denuncia verso la politica del nostro governo che ha demandato alla Libia la crudele gestione degli emigranti. Come quelle di Pilato vediamo ora mani insanguinate dal menefreghismo.Vorrei parlare di un film che non è in distribuzione nelle sale, ma in un piccolo circuito di proiezioni durante manifestazioni che hanno a cuore delle sorti degli emigranti che avevano il sogno di venire in Europa per vivere una vita migliore..Prodotto da Asinitas onlus in collaborazione con Zalab, il film documentario “Come un uomo sulla Terra” parla di Dag, ragazzo etiope che studiava Giurisprudenza ad Addis Abeba. Dato che esiste una forte repressione politica nel suo paese,  decide di emigrare. Nell’inverno 2005 attraversa via terra il deserto tra Sudan e Libia. In Libia, però, si imbatte in una serie di orrende disavventure causate non solo dai contrabbandieri che gestiscono il viaggio verso il Mediterraneo, ma anche e soprattutto dalla polizia libica con le sue sopraffazioni e violenze, responsabile di indiscriminati arresti e disumane deportazioni. Sopravvissuto alla trappola Libica, Dag è riuscito ad arrivare via mare in Italia, a Roma, dove ha iniziato a frequentare la scuola di italiano Asinitas Onlus punto di incontro di molti immigrati africani. Qui ha imparato non solo l’italiano ma anche il linguaggio del video-documentario. Così ha deciso di raccogliere le memorie di suoi coetanei sul terribile viaggio attraverso la Libia, e di provare a rompere l’incomprensibile silenzio su quanto sta succedendo nel paese del Colonnello Gheddafi facendo conoscere la vergogna e lo sdegno verso quel dittatore oramai amico del nostro paese, che finanzia, di rimbalzo, quelle pratiche di violenza che hanno molto a che vedere con la barbarie nazista e quella di altre dittature sanguinarie.  Questo scandalo è uscito fuori in tutta la sua importanza, un paio di settimane fa quando se ne interessò un quotidiano nazionale in un suo supplemento settimanale. E solo pochi giorni prima ho avuto modo di conoscere questa storia direttamente da un paio di altri scampati alle violenze libiche. E questo nella comunità in cui svolgo volontariato (Emmaus Italia). Le varie comunità di aiuto sparse nel nostro paese, conoscono bene queste storie, alle quali in un primo momento non si è dato molto credito poiché sembravano così violente, così assurde, da pensare che fossero inventate. Non era così. Uomini e donne trattati come bestie, stivati in container, torturati e violentate, con deprivazioni sensoriali nei lunghi viaggi all’interno di container regalati dall’Italia (così si dice nel film) spero non per quell’uso orribile. Qualche scampato sta parlando, ma quanti non hanno potuto dar voce alle loro sofferenze? Pensiamoci bene quando pensiamo che il nostro governo faccia bene a demandare alla Libia e di conseguenza alle sue organizzazioni di sadici, il controllo dell’emigrazione verso l’Italia.Ora non abbiamo più scuse, quello che immaginavamo potesse avvenire, è avvenuto e sta avvenendo: ne abbiamo i racconti diretti e probabilmente le prove..    Su http://comeunuomosullaterra.blogspot.com/ potete vedere le date delle proiezioni pubbliche, un trailer e l’intervista al regista. Date anche un’occhiata su youtube per eventuali spezzoni di film.E vergogniamoci noi stessi per quanto accade con il nostro tacito accordo. Potevamo dire che non sapevamo niente, stesse frasi dette dagli abitanti dei paesi vicini ai campi di concentramento. Ora lo sappiamo. Vediamo di fare qualcosa.