Kremuzio

Esplode la batteria del cellulare, ma la bufala sopravvive!


Sto diventando estremamente scettico, e quando ho ascoltato la notizia del cellulare esploso mentre stava inviando un MMS dopo aver scattato una foto, mi si sono drizzate le antenne antibufale.Già da tempo esisteva la leggenda dei cellulari che facevano esplodere le pompe di benzina, suffragata dal fatto che vicino i distributori c’è una targhetta che consiglia di spegnerli. Sono stati compiuti esperimenti dai quali si capisce che questo non è assolutamente vero. E non potrebbe essere altrimenti. La potenza del telefonino è così bassa che non può provocare accensioni di gas esplosivi. Questo diventa pericoloso solo per il lungo tempo di esposizione ai suoi campi elettromagnetici, e molti studi ne hanno compreso la pericolosità sul cervello umano.Ma la batteria che esplode proprio no, non ci credo. Nella mia vita di tecnico ho lavorato spessissimo con batterie ricaricabili, al nichel-cadmio, al piombo, al nichel meta nitrato, e agli ioni di litio, e mai nessuna è  esplosa né usandola né sotto carica. Possono surriscaldarsi, provocare cortocircuiti e far bruciare resistenze. Una volta mi sono ustionato per un cortocircuito in uscita di un pacco di batterie al nichel-cadmio che aveva reso incandescente un pezzo di metallo. Al massimo una batteria si è aperta lasciando fuoriuscire un liquidaccio acido e puzzolente, ma mai è esplosa, neanche sotto carica errata con una tensione maggiore.Vediamo di ragionarci sopra. La presunta vittima era sulla spiaggia, per cui immaginiamo che abbia avuto un cellulare scuro posto al sole, per cercare di capire, dobbiamo esagerare le condizioni di funzionamento. Ma si rovina la batteria e non i circuiti interni? Il display ad esempio. La trasmissione di un mms non deve giustificare l’esplosione. Perché non esplodono i laptop wifi?E che vuol dire “esplosione”. Una cosa può esplodere quando al suo interno si formano tanti di quei gas ad alta pressione, tali che le pareti del contenitore cedano improvvisamente in un tempo minimo così da proiettare schegge tutt’intorno. Quindi, oltre ai gas surriscaldati c’è bisogno di un contenitore che ceda di colpo, non lacerandosi nel momento di sovrapressione, come una valvola di sfiato, e come di solito tutte le cose che possono esplodere vengono progettate, utilizzando materiali che non si rammentino. Accadono esplosioni con gli scaldabagni, con le moka, con le pentole a pressione, quando la valvolina si intasa, ma siamo in presenza di vapore e di una fonte di calore di tutto rispetto: fiamma o resistenza elettrica. Ci sono però dei componenti all’interno di un apparecchiatura elettronica che possono fare brutti scherzi. I condensatori elettrolitici per esempio, a volte fanno un “PIFFF” e lasciano fuoriuscire un liquido acido dopo essersi gonfiati. Quelli al tantalio fanno un “TAC” come una minimiccetta. Alcuni integrati e transistor di potenza fanno “PIC” e si rompono a volte proiettando per pochi centimetri un pezzettino di plastica.   E poi quale cellulare è? Dicono Nokia, perché la Nokia tempo fa aveva detto che c’erano delle batterie mal funzionanti, della Matsushita. Ma in questo caso le batterie sarebbero cinesi. Batterie “commerciali” usando un termine in voga per dire “non originali”.Vorrei le prove. Come si chiama la sfortunata signora? Voglio la foto del cellulare esploso. Perché Guariniello? Perché è di Torino e la signora sarebbe torinese? Ma non è accaduto in Calabria?  Al solito mi nascono un sacco di domande, che se fossi un giornalista stipendiato avrei l’obbligo morale di controllare le fonti e cercare la verità che non sia la fotocopia della velina dell’agenzia. Ma non lo sono, per cui in attesa di prove giudico la notizia come una bufala. Al massimo posso pensare che la batteria si sia gonfiata, aperta e lasciato fuoriuscire qualche liquido al suo interno. Facciamo una ricerca su google e vediamo che di cellulari esplosi ce ne sarebbero 4-5, in paesi caldi.Il messaggio che ne esce fuori è: non compriamo batterie che costano poco, ma quelle col marchio CE che costano un botto, e magari escono dalle stesse fabbriche di quelle cinesi. Ricordate quando dicevano che gli occhiali da sole venduti sulle bancarelle erano infetti e causavano gravi danni agli occhi? La prossima volta mi aspetterei qualcosa di più devastante, come involtini primavera velenosi o birra cinese che provoca ustioni all’esofago.