Kremuzio

Due domande stupide


Me lo dico da solo, si tratta di domande stupide, o forse solo retoriche, alle quali saprei anche rispondere, ma delle quali la risposta non mi aggrada. Sarà che una volta sgombra la mente dalle domande importanti, tipo “chi siamo, dove andiamo, quanto costa andarci e perché non restiamo a casa”.La prima domanda mi nasce spontanea nel dormiveglia, prima che la sveglia suoni. Stavolta non sono né le cornacchie e né i gabbiani a destarmi dal sonno prima dello sperato, ma gli operai che devono fare lavori condominiali. Perché fanno tanto rumore appena arrivano e poi quando mi sono bello che svegliato, silenzio? È un abitudine ormai consolidata, forse alla stregua dell’ “andiam andiam andiamo a lavorar” in cui l’entusiasmo dell’inizio del giorno lavorativo si unisce alla freschezza muscolare ed a quella dell’aria mattutina. Il sole non è ancora alto ed una sudata non è così brutta come quella che sgorga un paio di ore dopo. Fatto sta che alle 7 cominciano a picconare e martellare ed escavare fischiettando tra lazzi grida e risate alle quali fanno eco gli uccellacci condominiali, invidiosi di tanta esplosione di decibel.Uno direbbe “vabbè che ti frega, visto che ti devi alzare ed andare a lavorare anche tu?” e non avrebbe tutti i torti questo fantasioso interrogatore, ma la cosa ti va di traverso il sabato, quando vorresti svegliarti almeno alle nove, o quella volta ogni 12 mesi che te ne stai in ferie o puramente in malattia. Questione di ritmi circadiani o esigenze diverse? Beh, sappiate che ho sonno in questo momento.Ah, dimenticavo che quella volta che cerco di farmi una pennichella alle 2, loro ovviamente ricominciano rumorosamente fino al momento in cui mi alzo. Dopo di allora il silenzio del cortile condominiale torna sovrano, forse merito delle Peroni famigliare e del panino con pollo, peperoni e frittata, non obbligatoriamente suddivisi.La seconda domanda mi si ingarbuglia nella testa sotto il casco quando vado sullo scooter nelle ore assolate estive. La mia divisa da moto, quando non devo andare al lavoro è la seguente: calzoni corti, sandali e canottiera, possibilmente con buchi. Sia che si tratti di giorno o di sera, adoro l’arietta fresca su per le pudende ed a braccia larghe, magari offrendo una maggior resistenza aerodinamica e maggior frescura, me ne vado allegro e spensierato da un semaforo all’altro. Spensierato finché non incontro quei centauri modaioli che anche sotto al sole, fermi al rosso, indossano pesanti tute nere di pelle o fintapelle, con strisce rosse e loghi giganteschi. I guanti, anch’essi neri fanno pendant con gli stivaletti di cuoio neri. Il casco non potrebbe essere men che integrale, di quelli in fibra di carbonio, kevlar e platino sintetico. Mi è capitato, a volte di trovarmeli vicino in un ingorgo di quelli senza scampo, come quelli quando ti capita di trovarti nelle vicinanze di una manifestazione che blocchi la strada. A quel punto io spengo il motore, così come mi trovo in mezzo alla strada bloccata tiro giù il cavalletto e mi sdraio sullo scooter, per lungo, come faceva Trinità sul suo cavallo nel film omonimo. Giuro che una volta mi ero quasi appisolato. Al mio fianco il centauro moderno e modaiolo, invece sgassa, pronto a rombare e schizzar via se solo gli si presentasse un centimetro di strada libera. Impreca contro i manifestanti con violenza e trasporto, forse per il caldo. Immagino la sua pelle sudata che non traspira più, i pori si chiudono, l’ossigeno non fluisce, le tossine vanno nel fegato, nel sangue e nei reni. Forse se la sta anche facendo sotto. Immagino le sopracciglia grondanti e le gocce di sudore nel casco che scivolano fuori imperlando la tuta lucidissima e nerissima. Calcolo la loro temperatura interna in 45 gradi, visto che al sole ne fa una quarantina ed il loro personale effetto serra fa rischiare esondazioni seborroiche tracimanti.Ma mi aspetto che l'individuo in questione scenda dalla sua bellissima moto, togliendosi il casco da cavaliere medievale e tirandosi giù le zip, rivelando James Bond in persona (quello di 40 anni fa, l'indimenticato Sean Connery) e smoking, con un sorriso beffardo che risalga morbidi i marciapiedi alla ricerca di Goldfinger ed altri cattivi da far fuori.Ah, dimenticavo, la seconda domanda è intrinsecamente: Perché?